Ampère, Jean-Jacques
Letterato e storico francese (Lione 1800- Pau 1864), figlio del fisico André-Marie A. Spirito profondamente romantico, l'A. fu un viaggiatore infaticabile (percorse l'Italia e la Scandinavia, l'Egitto e gli Stati Uniti) e uno studioso delle lingue, delle tradizioni popolari, della storia dei popoli, forse di non grande rigore, ma pieno di viva curiosità: è considerato il fondatore degli studi di letteratura comparata nell'Ottocento. Fu tra i primi scrittori francesi a manifestare un interesse tutto romantico per Dante. Durante il suo primo viaggio in Italia (1823-24), in compagnia di Madame Récamier (alla quale era legato da una relazione spirituale profonda e tormentata, che si intrecciava con la relazione fra la Récamier e Chateaubriand), l'A. prese lezioni di italiano, lesse la Commedia e assisté a Roma, nel salotto della Récamier in via del Babuino, a riunioni in cui si parlava di D. e a cui partecipavano tra gli altri A. de Montor ed E. - J. Delécluze.
Il nome di D. compare spesso nelle pagine del Journal scritto da A. in quel periodo (e pubblicato in parte da L. De Launay): Roma 11 maggio 1824: " Ce matin, j'ai passé une heure à attendre M.me Récamier en lisant le Dante... "; Roma 12 maggio: " Avoir toujours un bon livre avec moi! Copier des passages des livres suivants: le Nouveau Testament, le Dante, l'Allemagne, Corinne, l'Imitation, Bossuet, J.-J. Rousseau, M. de Chateaubriand... " (in altre pagine l'A. ricorda di aver letto con la Récamier il Purgatorio o il Paradiso, alternandoli con il Petrarca, l'Ariosto, il Tasso e il Byron). Napoli 10 luglio: " La mer vue par dessus des arbres... en face, l'île de Capri au milieu de la mer, la cȏte de Posillipe, le Vésuve et cette immense plaine bleue, la lune à moitié du ciel suspendue sur la mer tranquille... M.me Récamier regardait les feux courir sur l'eau. Je pensai au Purgatoire du Dante ".
Anche dopo il ritorno in Francia l'A. (che era nel frattempo divenuto amico di Mérimée e Stendhal, frequentava i nuovi gruppi romantici e aveva iniziato nel 1833 i suoi corsi di letteratura francese al Collège de France, avendo tra gli uditori anche il Sainte-Beuve) mantenne vivo il suo interesse per Dante. Molto forte l'influsso su di lui del Fauriel, alle cui lezioni dantesche l'A. assisté insieme con il giovane Ozanam (al quale fu poi sempre legato da grande amicizia, benché non condividesse i suoi sentimenti cattolici). Nel 1836 l'A. scrisse un lungo poema in terzine dantesche (forma metrica molto rara in Francia e reintrodotta solo dal Gautier), avente come argomento una specie di viaggio dantesco, l'inferno corrispondendo al mondo dei re, il purgatorio a quello dei popoli, il paradiso al mondo dell'avvenire. Il poema non fu mai pubblicato e l'A. ne diede solo un breve saggio nel volume miscellaneo Littérature, voyages et poésies (Parigi, s.d.). Nel 1839, dopo un nuovo viaggio in Italia (c'era tornato nel 1827 con Adrien de Jussieu e Victor Le Clerc; ci tornerà poi di nuovo nel 1841 insieme con Lenormant e Mérimée, sulla via della Grecia e dell'Egitto, e ancora più volte negli anni seguenti), pubblicò nella " Revue des Deux Mondes " (IV, 1839) il suo Voyage dantesque, che fu poi raccolto nel volume La Grèce, Rome et D. Études littéraires d'après nature (1848 e sesta edizione nel 1884).
Il Voyage contiene molti luoghi comuni dell'erudizione dantesca (derivati da Villemain, Fauriel e altri), ma è interessante per la sua impostazione: è un pellegrinaggio ai luoghi il cui nome è legato a quello di D., Pisa, Lucca, Pistoia, Firenze, Camaldoli, Fonte Avellana, Roma, Bologna, Mantova, Verona, Rimini, Ravenna. L'autore definisce quest'opera un esempio di " critique en voyage " e sostiene che mancherà sempre qualcosa a uno studio dell'arte " tant qu'on n'aura pas visité les pays où véçurent les grands écrivains, contemplé la nature qui les forma, et retrouvé, pour ainsi dire, leur âme aux lieux où elle est encore empreinte. Comment comprendre leur coloris si on ne connait leur soleil? " (La Grèce..., p. I). Più che all'evocazione romantica delle anime degli individui o delle opere degli scrittori, l'A. punta a una ricostruzione del quadro storico e fisico (milieu) in cui si collocano individui e opere, anticipando in un certo senso la critica del Taine.
Il Voyage (che fu dapprima pubblicato anonimo in Italia e - secondo una notizia che ci dà lo stesso A. nell'introduzione al volume - attribuito al re Giovanni di Sassonia, e fu poi ripubblicato, in una bella traduzione, a Firenze nel 1855) ebbe grande importanza nel rendere popolare in Francia l'immagine di D. e nel far conoscere non solo l'Inferno ma tutt'e tre le cantiche della Commedia.
Bibl. - Oltre alla bibliografia citata alla voce Francia (particolarmente i contributi di A. Counson, G. Maugain, G. Porcelli, R. Noli, W.P. Friederich, A. Pézard e R. Beyer), si vedano: A.M. A. - J.-J. A., Correspondance et Souvenirs (1805 à 1854), a c. di H. Cheuvreaux, Parigi 1875; C.A. Sainte-Beuve, in Portraits contemporains, II, ibid. 1847, 281 ss.; P. Mérimée, in Portraits historiques et littéraires, ibid. 1874, 147-155 (è il discorso per l'entrata di A. all'Accademia nel 1848); A.F. Tamisier, Étude historique et littéraire sur J.-J. A., Parigi - Marsiglia 1864; Barthélemy-Saint-Hilaire, Prefazione a J.-J. A., La science et les lettres en Orient, Parigi 1865; M. Tabarrini, G.-G. Ampère, in " Nuova Antologia " III (1866) 597-611; A. De Broglie, Elude sur J.J. A., in J.-J. A., Histoire littéraire de la France avant Charlemagne, Parigi 1867; F.A. Potton, Études sur la vie et les travaux de J.J. A., Lione 1868; C.A. Sainte-Beuve, in Nouveaux Lundis XIII, Parigi 1870, 183-265; Remy De Gourmont, J.J. A., in La Grande Encyclopédie, ibid. s.d., II 817-818; L. De Launay, Un amoureux de Madame Récamier. Le journal de J.J. A., ibid. 1927; E. Faral, Les études médiévales au Collège de France, in Le Collège de France, ibid. 1932, 391-406; H. Haufe, J.-J. A. 1800-64, Ein Kritiker der Frühromantik, Lipsia 1935; L. Lemoine, J.-J. A., in Balteau, Barroux et Prévost, Dictionnaire de biographie française, II, Parigi 1936, 720-725; N. Façon, Un precursor al studilor istorice: J.-J. A., in " Rivista de filologia romanică şi germanică " II (1958) 7-31; H. Schlocker-Schmidt, A., ein Begründer des Komparatismus in Frankreich, Zurigo 1961.