Beineix, Jean-Jacques
Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico francese, nato a Parigi l'8 ottobre 1946. Accanito difensore di una politica d'autore, ha sostenuto, in maniera talvolta ingenua, il valore di un cinema puro ma capace di convivere con il mercato. Il grande successo raggiunto con Diva (1981), film per il quale ha ottenuto, nel 1982, il César per la migliore opera prima, ha evidenziato le esigenze di rinnovamento del cinema francese di quel periodo e acceso un significativo dibattito critico. Il suo percorso artistico è stato però successivamente segnato da insuccessi commerciali e crisi personali che ne hanno appannato la promettente immagine degli esordi.Dopo aver abbandonato gli studi di medicina, ha iniziato a lavorare nel cinema, come assistente dei registi Claude Berri e Claude Zidi, e per la televisione. Nel 1977 ha fatto il suo debutto nel formato ridotto (Le chien de Monsieur Michel). Quattro anni dopo ha diretto il suo primo lungometraggio, Diva, un meta-thriller dalle scenografie intrise di manierismo pittorico. Impostosi all'attenzione del pubblico mondiale, B. ha potuto realizzare il suo secondo film con un budget elevato. È nato così il melodramma La lune dans le caniveau (1983; Lo specchio del desiderio), accolto sfavorevolmente sia dal mercato sia dalla critica. Pur senza tornare ai livelli dell'esordio, B. ha poi riconquistato il successo nel 1986 con 37°2 le matin (Betty Blue), una morbosa storia d'amore sulla forza autodistruttiva della passione, tratta da un romanzo di Ph. Djian. Anche questa volta però non è riuscito a dare continuità alla fortuna, e con Roselyne et les lions (1989; Roselyne e i leoni), opera ibrida oscillante tra esotismo e realismo fantastico, ha raccolto un altro insuccesso. L'ulteriore tentativo, IP5: l'île aux pachydermes (1992; IP5 ‒ L'isola dei pachidermi), una romantica ricerca della felicità perduta, ha travolto il regista, questa volta per motivi indipendenti dalla qualità o dalla commerciabilità del film. La stampa ha infatti attaccato brutalmente B. accusandolo di aver abusato delle forze dell'attore Yves Montand, allora settantenne, provocandone la morte durante le riprese. Dopo aver ripiegato sul cinema documentaristico realizzando, tra gli altri, Otaku (1994), su un giapponese che privilegia il cyberspazio al mondo reale, nel 2001 è ritornato al cinema di finzione con Mortel transfert, un gioco di psicoanalisi e necrofilia, tratto da un romanzo di J.-P. Gattégno.
D. Parent, Jean-Jacques Beineix, version originale, Paris 1989; F. Guérif, Panthéon noir, Entretiens [avec] François Truffaut, Claude Chabrol, Claude Miller, Jean-Jacques Beineix, Alain Corneau & Benoît Cohen, Paris 1996.