Nattiez, Jean-Jacques
Musicologo francese naturalizzato canadese, nato ad Amiens il 30 dicembre 1945. Ha conseguito il dottorato in semiologia a Parigi nel 1973, quando aveva già pubblicato il saggio introduttivo di un numero (da lui curato) della rivista Musique en jeu (1971) dedicato alla semiologia musicale. Lo scritto, dal titolo Situation de la sémiologie musicale, è considerato una sorta di atto di nascita della disciplina (v. musicologia: Semiologia musicale, in questa Appendice) e precede di pochi anni il primo fondamentale libro di N., Fondements d'une sémiologie de la musique (1975). N. si è subito affermato come uno dei pionieri della semiologia musicale che, proprio negli anni in cui egli si affacciava alla ricerca, si andava costituendo come approccio originale agli studi musicali. Professore di musicologia all'Université de Montréal dal 1972, direttore del Groupe de recherche en sémiologie musicale (1974-80), ha sempre equamente distribuito il suo lavoro tra la speculazione sui fondamenti teorici e metodologici della disciplina, da un lato, e l'effettiva ricerca musicologica, l'impegno critico e quello didattico, dall'altro.
N. ha applicato i propri modelli teorici e analitici a fenomeni musicali molto vari, varcando costantemente i tradizionali confini tra le discipline musicologiche e contribuendo in modo determinante a delineare gli statuti della semiologia musicale in termini autonomi rispetto al più ampio campo degli studi semiotici e linguistici. L'interesse semiologico si è articolato soprattutto intorno alla 'teoria dei tre livelli', mutuata in parte da J. Molino: il processo di simbolizzazione, e dunque l'analisi semiologica, procede, secondo tale teoria, su un livello neutro, immanente al materiale musicale; su un livello poietico, legato al processo di creazione; su un livello estesico, legato al processo di percezione. L'analisi semiologica così delineata è basata su una concezione di 'fatto musicale totale', non riducibile al solo testo, e viene applicata sia ai fenomeni musicali in quanto tali, spaziando dalla Tetralogia di Wagner ai giochi musicali degli Inuit, all'analisi di singoli brani del repertorio contemporaneo, sia al discorso sulla musica, considerato "un dato antropologico universale del fatto musicale stesso" (Musicologie générale et sémiologie, 1987; trad. it. 1989, p. 142); si costituisce in questo caso una sorta di meta-teoria applicabile tanto al discorso sulla musica fatto dai musicisti quanto a quello dei teorici.
Altre opere: le voci Armonia, Suono/rumore, Melodia, Ritmica/Metrica, Scala, Tonale/atonale per l'Enciclopedia Einaudi (1977-82; poi raccolte nel volume Il discorso musicale, 1987); Tétralogies (Wagner, Boulez, Chéreau) (1983); Proust musicien (1984; trad. it. 1992); De la sémiologie à la musique (1987; trad. it. 1990); Wagner androgyne (1990; trad. it. 1997); Le combat de Chronos et d'Orphée (1993). Ha inoltre curato la pubblicazione di Points de repère (1981) e di Jalons (1989) di P. Boulez e l'edizione critica del carteggio tra Boulez e J. Cage, Correspondance et documents (1990).