JEAN le Noir
Miniatore attivo a Parigi e a Bourges dal 1335-1340 al 1380 ca., J. è oggi concordemente identificato con l'artista definito in passato Maestro della Passione (Meiss, 1967).Nel 1358 è documentata la donazione a Parigi di una casa a J. e a sua figlia Bourgot, anch'essa miniatrice, da parte di Carlo V, allora principe reggente (Delisle, 1907, I, p. 365), a ricompensa del lavoro svolto alla corte del padre Giovanni il Buono. Nel 1375, regnante Carlo V, J. viene citato come miniatore del re e del duca Jean de Berry, dal quale ricevette doni e pagamenti tra il 1372 e il 1375 (Martin, 1923, p. 41).
Allievo di Jean Pucelle, J. derivò dal maestro la maniera raffinata e aulica propria dello stile di corte fiorito a Parigi alla metà del 14° secolo. Egli introdusse tuttavia nel repertorio pucelliano significative novità, come l'apertura sul paesaggio, desunto dalla pittura italiana del Trecento, in particolare senese; alla costruzione tridimensionale dello spazio pittorico, supportata da un'intelaiatura architettonica dell'immagine, J. continuò comunque a preferire lo sfondo a grisaille, sul quale emergono figure plasticamente definite, animate dal ritmo serrato del disegno e da un'espressività estranea a Jean Pucelle, che individua la sua vocazione drammatica. L'umanità grottesca delle drôleries assurge nella produzione di J. a una nuova dignità narrativa, facendosi espressione del dramma della Passione di Cristo, i cui episodi si svolgono spesso nei bas-de-page, come nel Libro d'ore di Iolanda di Fiandra, del 1355 ca. (Londra, BL, Yates Thompson 27), manoscritto frammentario per il quale è stato fatto per la prima volta il nome di J. (Delisle, 1907, I, p. 105).Il ruolo primario svolto da J. nell'illustrazione dei manoscritti risulta anche dal fatto che gli furono riservate le miniature degli uffici più importanti già nel Libro d'ore di Giovanna di Navarra, del 1336-1340 (Parigi, BN, nouv.acq.lat. 3145), dove la sua mano è stata riconosciuta nel ciclo della Vergine e in quello della Passione. Nel Salterio di Bona di Lussemburgo, del 1345-1350 (New York, Metropolitan Mus. of Art, The Cloisters, 69.88), J., nella veste di capo bottega (Sterling, 1987), espresse con un'inedita autonomia inventiva le proprie scelte stilistiche: idee iconografiche ricercate - osservabili per es. nell'Incontro dei tre vivi e dei tre morti (cc. 321v-322r) e nella rappresentazione del Folle (c. 83v) o del mese di Gennaio (c. 1r), in cui la citazione colta si adatta al gusto raffinato del committente - si compongono in immagini dall'elegante cromia di spiccato gusto cortese, ma già venate di un realismo caricaturale di estrazione nordica.Il rapporto privilegiato di J. con i reali di Francia è testimoniato dal Breviario di Carlo V, del 1364-1370 (Parigi, BN, lat. 1052), indicativo per la ripresa puntuale di modelli pucelliani tratti in buona parte dal Breviario di Belleville, del 1323-1326 (Parigi, BN, lat. 10483-10484). Ultima opera nota di J., iniziata intorno al 1375 e rimasta incompiuta, per essere portata a termine in un secondo momento forse da Jacquemart de Hesdin (Meiss, 1967), sono le Petites Heures di Jean de Berry (Parigi, BN, lat. 18014).
Bibl.: A. de Champeaux, P. Gauchery, Les travaux d'art exécutés pour Jean de France duc de Berry, Paris 1894; H. Yates Thompson, Thirty-Two Miniatures from the Book of Hours of Joan II, Queen of Navarre, London 1899; S.C. Cockerell, The Book of Hours of Yolande of Flanders. A Manuscript of the Fourteenth Century in the Library of Henry Yates Thompson, London 1905; L. Delisle, Recherches sur la librairie de Charles V, 3 voll., Paris 1907; H. Martin, La miniature française du XIIIe au XVe siècle, Paris 1923; J. Porcher, Le Très Belles Heures de Jean de Berry et les ateliers parisiens, Scriptorium 7, 1953, pp. 121-123; M. Meiss, The Exhibition of French Manuscripts of the XIII-XVI Centuries at the Bibliothèque Nationale, ArtB 38, 1956, pp. 187-196; id., French Painting in the Time of Jean de Berry. [I.] The Late Fourteenth Century and the Patronage of the Duke (Studies in the History of European Art, 2), 2 voll., London-New York 1967; F. Avril, L'enluminure à la cour de France au XIVe siècle, Paris 1978; M. Thomas, L'âge d'or de l'enluminure. Jean de France duc de Berry et son temps, Paris 1979; Les fastes du Gothique. Le siècle de Charles V, cat., Paris 1981; C. Sterling, La peinture médiévale à Paris. 1300-1500, I, Paris 1987; F. Avril, L. Dunlop, B. Yapp, Le Petites Heures du Duc de Berry, 2 voll., Zürich 1988-1989.