GODARD, Jean-Luc
Regista francese, nato a Pari gi il 3 dicembre 1930. Tra i padri fondatori della nouvelle vague, G. non ha di fatto mai rinunciato, a partire sin dai primissimi anni Sessanta, a pensare la propria produzione come movimento continuo di rinnovamento del linguaggio cinematografico: dal grande momento di frattura che À bout de souffle (1960; Fino all’ultimo respiro) ha segnato all’interno della storia del cinema, passando per la sperimentazione video degli anni Settanta di Numéro deux (1975), fino alla riflessione teorico-estetica di Passion (1982), continuata lungo tutto il corso degli anni Novanta, con film come Nouvelle vague (1990), rievocazione di un’esperienza personale e artistica nello stesso tempo.
Il 20° sec. si è chiuso per G. con la realizzazione dell’ultimo episodio (Les signes parmi nous, 1998) delle Histoire(s) du cinéma, grandioso e altrettanto noto progetto cui il regista aveva dato inizio esattamente dieci anni prima, con il primo degli otto episodi (Toutes les histoires, 1988) che compongono l’opera. Simbolicamente le Histoire(s) chiudono, insieme a un secolo, un’epoca cinematografica, oltre che un lungo periodo della produzione godardiana dedicato alla sperimentazione video ed elettronica e cominciato già alla metà degli anni Settanta, per proseguire ancora lungo tutti gli anni Novanta. È iniziata così, con una serie di film (De l’origine du XXIe siècle, 2000; The old place, 2000; Liberté et patrie, 2002) che di fatto costituiscono una postilla alla riflessione attorno al cinema e alla sua storia che aveva trovato luogo nelle Histoire(s), una nuova fase del lavoro godardiano che si raccoglie attorno a un corpus omogeneo di lungometraggi (Éloge de l’amour, 2001; Notre musique, 2004; Film socialisme, 2010) uniti fra loro da una serie di caratteristiche ricorrenti e distintive.
Si tratta, anzitutto, di film nei quali continua a essere particolarmente riconoscibile l’eredità delle Histoire(s) che, per un fenomeno di prolifica germinazione, lavora anche in essi su un piano formale e tematico. L’immagine cinematografica, concepita dal regista, continua a essere, in molti casi, il risultato della sovrapposizione di tre tracce: una scritta, una iconografica e una sonora, legate fra loro secondo una modalità di montaggio che amplia e radicalizza le tecniche alle quali G. aveva cominciato a lavorare già nel corso degli anni Sessanta. I tre film dei primi anni Duemila portano poi avanti l’indagine godardiana sulla questione della memoria, considerata, almeno dal capitolo Histoire(s) in avanti, questione storica e cinematografica allo stesso tempo. Per questo motivo e per una ragione tecnica altrettanto rilevante (i tre film sono girati in digitale, le cui potenzialità il regista ha scelto di esplorare soprattutto nella direzione di un uso espressivo, antinaturalistico e pittorico dell’elemento colore), i più recenti lavori di G. assumono, con ogni evidenza, il tono di una riflessione sul cinema, sulla sua storia, le sue evoluzioni, il suo destino. Rientra in questa prospettiva anche l’ultimo film di G., Adieu au langage (2014; Addio al linguaggio), realizzato in 3D. Solo apparentemente, esso è il gesto di un definitivo commiato dal cinema, ma dietro l’uso del tutto personale della tecnologia 3D si nasconde in effetti un ulteriore momento di riflessione godardiana, non sulla fine, quanto piuttosto sulle nuove e ancora inesplorate frontiere del mezzo cinematografico, appena superata la soglia del nuovo millennio.
Bibliografia: J.-L. Godard, Y. Ishaghpour, Archéologie du cinéma et mémoire du siècle. Dialogue, Tours 2000; S. Liandrat-Guigues, J.-L. Leutrat, Godard simple comme bonjour, Paris 2004; Forever Godard, ed. M. Temple, J.S. Williams, M.Witt, London 2007; «Critical quarterly», 2009, 51, 3, nr. speciale: The late work of Jean-Luc Godard, ed. R. Warner; A. de Baeque, Godard. Biographie, Paris 2010; A. Cervini, A. Scarlato, L. Venzi, Splendore e miseria del cinema. Sulle Histoire(s) di Jean-Luc Godard, Cosenza 2010; Passion Godard. Il cinema (non) è il cinema, a cura di R. Turigliatto, Bologna 2011; M. Witt, Jean-Luc Godard, cinema historian, Bloomington 2013; A companion to Jean-Luc Godard, ed. T. Conley, T. Jefferson Kline, Chichester-Malden (Mass.) 2014.