Le Clezio, Jean-Marie-Gustave
Le Clézio, Jean-Marie-Gustave. – Romanziere francese (n. Nizza 1940), premio Nobel per la letteratura nel 2008. Nato in una famiglia di origine bretone emigrata alle Mauritius nel 18° sec., si considera uno scrittore di lingua francese ma di cultura mauriziana: il tema del viaggio esotico, dell'identità ibrida e la passione per le culture minoritarie sono le tracce giovanili che segnano indelebilmente la sua poetica. Studia alla Bristol University e all'Institut d’études littéraires di Nizza e nel 1964 si specializza all'Université de Provence a Marsiglia. Vince il premio Renaudot con il romanzo d'esordio Le procès-verbal (1963; trad. it. 1965), nel quale affronta il tema esistenzialistico della solitudine e dell'emarginazione con uno stile giocato sulla forma e ancorato ai dettagli tipico del nouveau roman, che informa anche parte della produzione successiva (La fièvre, 1965; Le déluge, 1966). Superata questa prima fase lirica e sperimentale, affronta nuove tematiche, caratterizzate da un chiaro antimodernismo, legate all'alienazione e schiavitù delle metropoli occidentali (Les géants, 1973), a preoccupazioni ecologiche (Terra amata, 1967, trad. it. 1969; Le livre des fuites, 1969, trad. it. Le fughe: romanzo d'avventura, 1970; La guerre, 1970), all'infanzia (L'inconnu sur la terre, 1978; Mondo et autres histoires, 1978) e al viaggio non più come fuga ma come iniziazione (Voyages de l'autre côté, 1975; Désert, 1980, trad. it. 1985), che attraverso il contatto con le droghe (Mydriase, 1973) e l'alterità culturale (Haï, 1971; Trois villes saintes, 1980) conduce verso nuove forme di spiritualità (L'extase matérielle, 1967; trad. it. 1969). Dopo un periodo intimista, legato alla rievocazione familiare (Onitsha, 1991, trad. it. 1992; Le chercheur d’or, 1985, trad. it. 1990; La quarantaine, 1995; Voyage à Rodrigues, 1986, trad. it. 2008), affronta direttamente il tema autobiografico con ricostruzioni romanzate e congetturali, legate di volta in volta all'infanzia in Africa (Révolutions, 2003; L'africain, 2004, trad. it. 2007), alla Francia occupata dai nazisti (Ritournelle de la faim, 2008; trad. it. 2009), all'utopistica fuga dall'occidente (Ourania, 2005; Raga: approche du continent invisible, 2006, trad. it. 2008). Nella raccolta di racconti Histoire du pied et autres fantaisies (2011) sembra consegnare ai personaggi femminili la capacità di opporsi al cinismo e alla brutalità della società contemporanea, mentre il saggio Ballaciner (2007) offre un toccante affresco sui film che hanno segnato la sua vita.