GUYAU, Jean-Marie
Nato in Lavater il 28 ottobre 1854, morto a Mentone il 31 marzo 1888. Allievo di A. Fouillée, suo patrigno, e della madre (scrittrice di opere per l'infanzia) scrisse a 19 anni un lavoro sulla morale utilitaria da Epicuro alla scuola inglese contemporanea. In esso il G. risente gl'influssi di Platone e di Kant, da cui però si staccò presto per aderire al naturalismo imperante. Suo problema fondamentale divenne quello della giustificazione dei valori supremi in una concezione naturalistica dell'universo. La nozione di vita come attività feconda ed espansiva è fondamentale nel suo pensiero: la vita genererebbe sia la morale come altruismo, sia l'arte come arte seria e morale rappresentativa dell'impulso generoso della vita, sia la religione come socioformismo.
Opere: Il G. ha scritto opere per l'infanzia, ha curato una trad. del Manuale di Epitteto (1875), e le edizioni di varie opere, come gli opuscoli filosofici del Pascal (1875). Le sue opere filosofiche, tutte uscite a Parigi in molte edizioni, sono: La morale d'Épicure et ses rapports avec les doctrines contemporaines (1878); La morale anglaise contemporaine (1879); Vers d'un philosophe (1881); Les problèmes de l'esthétique contemporaine (1884); Esquisse d'une morale sans obligation ni sanction (1885); L'irreligion de l'avenir (1887); L'art au point de vue sociologique, a cura di A. Fouillée (1889); Èducation et hérédité, a cura di A. Fouillée (1889); La Génèse de l'idée de temps, a cura di A. Fouillée (1890).
Bibl.: F. Albeggiani, Il naturalismo di G. M. G., in Logos (1926), fasc. 2° e 3°; A. Fouillée, La morale, l'art. et la religion d'après G., 2ª ed., Parigi 1929; J. Royce, J.-M. G., in Studies of Good and Evil, New York e Londra 1925, capitolo 12°, pp. 349-384.