Filosofo (Mezerny, Ardenne, 1664 - Étrépigny, Champagne, 1729). Studiò teologia nel seminario di Châlons e fu poi parroco di Étrépigny. Influenzato da Montaigne, Cartesio e Bayle, svolse nei suoi manoscritti, intitolati Mon tes tament e pubblicati postumi (alcuni estratti da Voltaire, 1762, e da d'Holbach, 1772; in ed. integrale da R. Charles, 3 voll., 1864), una teoria che pone la materia (intesa come aggregazione di atomi) a fondamento di tutta la realtà, negando quindi la possibilità dell'esistenza di un principio sovrannaturale. Questa teoria, che dava base filosofica all'ateismo, si risolveva coerentemente in una critica implacabile di ogni religione rivelata. Si oppose inoltre all'autoritarismo dello stato assolutistico: le sue argomentazioni (in particolare quelle sul ruolo della religione come strumento di potere) furono riprese dai materialisti del '700 (d'Holbach), da Voltaire e dai pensatori socialisti dell'800. Nel 1775 fu ordinata la distruzione della sua opera.