Painlevé, Jean
Documentarista francese, nato a Parigi il 20 novembre 1902 e morto ivi il 2 luglio 1989. Tra i primi autori a mostrare la vita dell'infinitamente piccolo, in particolare della fauna acquatica, sperimentando nuove tecnologie di ripresa focale e utilizzando effetti di accelerazione e rallentamento, realizzò una lunghissima serie di documentari di cortometraggio che interpretano il mondo animale e la scienza. Grazie anche alla collaborazione con Maurice Jaubert, P. mescolò in funzione ritmica le immagini dei suoi film con la musica, in particolare il jazz. Le sue finalità furono di ordine divulgativo, ma raggiunse risultati artistici con il suo gusto per l'antropomorfismo del mondo naturale, in bilico tra bellezza e grottesco. Le sue opere suscitarono spesso dibattiti riguardo allo statuto e ai limiti del documentario scientifico. Nel 1954, Henri Langlois inserì i lavori di P. in una retrospettiva di autori d'avanguardia organizzata a Zurigo, dichiarando l'affiliazione del suo cinema a questo indirizzo. Biologo, figlio del matematico e uomo politico Paul Painlevé, fu nell'ambito delle avanguardie che mosse i primi passi in campo artistico, come attore, in piccole parti a teatro e nel cinema, fino a girare Mathusalem (1927), frammenti per una pièce surrealista di I. Goll. Nel 1925, però, aveva realizzato il suo primo documentario, L'œuf d'épinoche, riprendendo immagini al microscopio dello sviluppo di un uovo. Ma soprattutto il mondo sommerso fu al centro dei suoi interessi: Hyas et stenorinques (1927), sulla socialità dei crostacei; La pieuvre (1927), dove mostra un combattimento e la morte del polipo; L'hippocampe (1933), nel quale illustra la vita curiosa dei cavallucci marini e il loro ciclo riproduttivo; Le vampire (1945), film sui pipistrelli in un gioco di rimandi a Nosferatu ‒ Eine Symphonie des Grauens (1922) di Friedrich Wilhelm Murnau; Assassins d'eau douce (1947), immagini di libellule predate su uno specchio d'acqua, e Les oursins (1954), sulla vita dei ricci. Tutte le sue opere sono accompagnate da un commento parlato in prosa ritmica, scritto dallo stesso Painlevé.
L'autore affrontò anche argomenti di medicina, astronomia, matematica e si cimentò nel genere d'animazione con Barbe-Bleue (1938), in cui sperimenta l'uso di pupazzi e plastilina. Diresse inoltre un cortometraggio a sfondo patriottico, Solutions françaises (1939), con il commento di Paul Valéry.
G. Viazzi, Assassini d'acqua dolce confortati dal jazz, in "Cinema" n. s., 1950, 53, pp. 364-66.
J. Maddison, Il mondo di Painlevé, in "Sequenze. Quaderni di cinema", 1951, 13-14, nr. monografico: Il cinema educativo, a cura di M. Verdone, pp. 42-46.
Jean Painlevé, a cura di E. Majorga, Valencia 1990.
F. Grafe, Ein Wilderer: Jean Painlevé 1902-1989, Basel 1997.