PASSERAT, Jean
Umanista francese, nato nel 1534 a Troyes (Champagne), morto a Parigi nel 1602. Insegnò dapprima nel collegio del cardinale Lemoine, poi, allontanatosi da Parigi, professò a Bourges (1565-66), al collegio di Boncourt, dov'ebbe uditori il Baïf e il Ronsard, al collegio di Plessis, e infine fu chiamato a succedere nella cattedra del Collegio reale al Ramus assassinato nella strage di S. Bartolomeo (1572).
Il P. fu uno dei più eminenti latinisti del Cinquecento; compose molte liriche in latino, fu dotto editore di Plauto, traduttore di Virgilio, collaboratore di raccolte di versi funebri in onore d'illustri contemporanei, fra i quali Adriano Turnèbe e Carlo IX. Del Ronsard, capo della nuova generazione di poeti, fu amico intimo, e ne ricevette lodi e poemi: appunto una delle poche lettere che del Ronsard ci siano pervenute è indirizzata a lui. Dimostrò interessi politici favorendo Enrico di Navarra, componendo violenti epigrammi contro la Lega e collaborando col canonico Leroy, col Gillot, col Rapin, con Florent Chrestien primo precettore di Enrico IV e con Pierre Pithou alla composizionc della Satira Menippea (v. menippea, satira). Più che vero poeta, il P. fu versificatore, vivace, facile, amabile, pronto al frizzo; e nel ristretto campo dell'epigramma, latino o francese, egli seppe contemperare l'esperienza della cultura classica con il suo innato senso borghese.
Ediz.: Øuvres poétiques, 1602-1606; Øuvres, a cura di Blanchemain, Parigi 1880, voll. 2.
Bibl.: J. Dubois, Notes biographiques sur J. P., in Mémoires de la Soc. d'Agr., des Sciences, des Arts et des Belles-Lettres de l'Aube, 1907; E. von Mojsisovics, J. P., sein Leben und seine Persönlichkeit, Halle 1907.