Sartre, Jean-Paul
Scrittore, drammaturgo e filosofo francese, nato a Parigi il 21 giugno 1905 e morto ivi il 15 aprile 1980. Protagonista del dibattito novecentesco nell'ambito del pensiero marxista ed esistenzialista, S. ebbe un rapporto diretto e continuo con il cinema. Cinefilo (amò Buster Keaton, Charlie Chaplin, i fratelli Marx), voracemente poligrafo (scrisse di cinema su "Combat" e "L'écran français") e aperto all'idea dell'intellettuale attento a tutte le esperienze espressive, secondo Simone de Beauvoir, sua compagna nella vita, "c'era un modo di espressione che S. poneva a un livello alto quasi quanto la letteratura: il cinema" (La force de l'âge, 1960, p. 53).
Interessato soprattutto alla narrativa (i romanzi La nausée, 1938; Le mur, 1939), al teatro (Huis clos, 1944; Les mains sales, 1948) e alla produzione critica specificatamente filosofico-politica (L'être et le néant, 1943; Situations I-IX, 1947-1976; L'idiot de famille. Gustave Flaubert de 1821 à 1857, 1971-72), S. iniziò a occuparsi di cinema già nel 1929-30, quando girò con la Beauvoir e Paul Nizan un film mai uscito, Le vautour de la sierra, mentre nel 1946 progettò, senza arrivare alla stampa, un volume di sceneggiature con i seguenti titoli: Le faux nez (comunquepubblicato in "La revue du cinéma", printemps 1947, 6), La grande peur, Histoire de nègre, L'apprenti sorcier. Lavorò anche a diversi soggetti e sceneggiature: per Les jeux sont faits (1947; Risorgere per amare) di Jean Delannoy, tentativo di film fantastico con implicazioni filosofiche sul ritorno dall'aldilà di due amanti strappati troppo presto alla vita; La vie commence demain (1949) di Nicole Védrès; Les mains sales (1951) di Fernand Rivers, tratto dalla sua omonima pièce; Les orgueilleux (1953; Gli orgogliosi) di Yves Allégret, sceneggiato su soggetto di S. da Jean Aurenche, Jean Clouzot e Pierre Bost, un melodramma cupo e disperato ambientato in Messico; Huis-clos (1954) di Jacqueline Audry, tratto anche questo dalla sua pièce. Le sue esperienze di lavoro cinematografico, però, risultano importanti, solo quando sanno offrire un segno preciso nel cammino della sua maturazione di intellettuale. Per questo assumono un particolare valore due opere: l'adattamento cinematografico della pièce di A. Miller The cruicible, inchiesta sulla caccia alle streghe nell'America puritana che S. risolve concentrandosi sui dissidi e i tormenti psicologici più che sui risvolti politici, e a cui iniziò a lavorare già nel 1955, anche se il film di Raymond Rouleau Les sorcières de Salem (Le vergini di Salem) uscì soltanto nel 1957; la sceneggiatura, a cui S. tenne molto e che cominciò nel 1959, di Freud (1962; Freud, passioni segrete) scritta in collaborazione con il regista John Huston: anche se nei credits non compare il nome di S., che aveva tolto la firma in polemica con Huston, della lunghissima sceneggiatura originale, tesa a conferire al film il carattere di un ossessivo viaggio nella mente, sono rimaste alcune idee.
Nei suoi interventi critici dedicati al cinema, S. mantenne una lucidità rigorosa e anticonformista, nutrita del resto da quel tema capitale per la sua stessa visione politico-filosofica: la relazione complessa e spesso contraddittoria tra sistema marxista e individualità libertario-esistenzialistica. Nel 1962 suscitò scandalo difendendo dagli attacchi della critica marxista Ivanovo detstvo (L'infanzia di Ivan) di Andrej A. Tarkovskij, presentato a Venezia. Un evento che si ripeté l'anno dopo quando elogiò Les abysses di Nikos Papatakis, rielaborazione in chiave noir della pièce di J. Genet Les bonnes, e nel 1968, quando sostenne la forte contestazione contro la Mostra del cinema di Venezia. Negli anni Sessanta e Settanta (nel 1964 rifiutò il Premio Nobel conferitogli) continuò altre collaborazioni a sceneggiature e ad adattamenti di dialoghi, per No exit (1962) di Pedro Escudero, e per Le mur (1967) di Serge Roullet, tratto dal suo romanzo. Comparve invece come attore nella parte di sé stesso in tre film che hanno un valore soprattutto storico: il cortometraggio L'uomo Sartre (1963) di Leonardo Autera e Gregorio Lo Cascio; Sartre per lui même (1976) di Alexandre Astruc e Michel Contat; Simone de Beauvoir (1979) di Josée Dayan. Nel 1952 Marcello Pagliero, realizzò La p… respectueuse (La mondana rispettosa), tratto dalla pièce scritta da S. nel 1946 e sostanzialmente fedele agli intenti di denuncia della violenza razziale del dramma sartriano. Nel 1978 Elio Petri adattò nel televisivo Le mani sporche, la pièce Les mains sales, affidando il ruolo del protagonista a un sofferto e intenso Marcello Mastroianni, in un'opera nervosa, tagliente, che rende in modo efficace la tensione morale e politica dello scrittore.
Sartre e Beauvoir al cinema. 27 aprile-9 maggio 1987, a cura di S. Teroni, A. Vannini, Firenze 1987; Sartre e Beauvoir al cinema, a cura di S. Teroni, A. Vannini, Firenze 1989.