PAULHAN, Jean
Scrittore francese, nato a Nîmes il 2 dicembre 1884. Conseguita la "licence" in lettere alla Sorbona (1905), si recò nel Madagascar dove insegnò al liceo di Tananarive (1907-09). Di ritorno a Parigi, fu professore di malgascio all'Ècole des langues orientales vivantes (1912). Durante la prima guerra mondiale fece da interprete alle truppe malgasce sul fronte francese.
Nel dopoguerra le sue attività culturali si fanno più intense. Segretario della Nouvelle Revue Française dal 1920, ne diventava direttore (1925-40) dopo la morte di J. Rivière e veniva anche assunto a far parte del comitato di lettura dell'editore Gallimard. Nel 1940 si batté con le sinistre: animatore con Blanzat di Résistance e della Pensée libre, l'anno seguente fondava, con J. Decour, Les lettres françaises, organo del Comité national des écrivains. Alla fine della seconda guerra mondiale veniva decorato di medaglia della resistenza. La polemica con gli epuratori e i comunisti lo allontanò da Lettres françaises. Nel 1945 ottenne il gran premio di letteratura dell'Académie Française; di lì a poco fondò e diresse i Cahiers de la Pléiade. Nel 1951 gli è consegnato il gran premio della città di Parigi. Dall'anno successivo è divenuto redattore capo della rinnovata NRF.
Nella produzione di P. in cui prevale la prosa saggistica riferita a questioni estetiche, la tendenza al surrealismo si fonde con l'esame metricostilistico e con la tipologia dei fatti letterarî. L'esperienza linguistica, l'esperienza delle forme letterarie e figurative, la valutazione delle incidenze sociali concorrono a determinare una figura di intellettuale assai consapevole ma piuttosto eclettico.
In Les Hain-Teny Mérinas (1913), raccolta e studio di una sorta di strambotti malgasci, il P. metteva a frutto il suo soggiorno nel Madagascar; Le guerrier appliqué (1915) presentava impressioni sulle prime fasi della guerra allora in corso. Seguono Le pont traversé (1920), La guérison sévère (1927). Nei brevi appunti di Jacob Cow ou si les mots sont des signes (1921), ampliati e integrati in Les fleurs de Tarbes (1941) e in Petite préface à toute critique svolge le sue vedute intorno alla letteratura. Gli anni della seconda guerra mondiale e quelli immediatamente successivi sono particolarmente fecondi. Si succedono rapidamente Aytré qui perd l'habitude (1943), Fautrier l'enragé (1944), Clef de la poésie (1944), F. F. ou Le critique (1945), Entretiens sur des faits divers (1945), Braque, le patron (1946; apparso con il pseud. di Maast), Guide d'un petit voyage en Suisse (1947), Les causes célèbres (1950), Le marquis de Sade et sa complice (1951), La preuve par l'étymologie (1952), La peinture moderne ou l'espace d'avant les raisons (1952), L'aveuglette (1952): scritti tutti piuttosto brevi. L'atteggiamento politico non estremistico è chiarito nelle polemiche raccolte (1948) in De la paille et du grain, e l'invito al discernimento viene ripetuto nella Lettre aux directeurs de la Résistance (1952).
Bibl.: G. Antonini, J. P., in La fiera letteraria, I (1946), fasc. 7; Etiemble, Testimonianza per J. P., in Letteratura e Arte, I (1950), fasc. 3; M.-J. Lefebvre, J. P. Une philosophie et une pratique de l'expression et de la réflexion, Parigi 1947; M. Toesca, J. P. écrivain appliqué, ivi 1948; L. Anceschi, P. o dell'ambiguità delle lettere, in Aut Aut, II (1952), fasc. 10.