PAULHAN, Jean (App. III, 11, p. 379)
Scrittore francese, morto a Parigi il 19 ottobre 1968. Punto di riferimento obbligato per la storia letteraria del Novecento, P. riprende dal 1953 la direzione della Nouvelle revue française con M. Arland. Nel 1964 viene eletto all'Académie Française. Scrittore di racconti nell'età giovanile, P. porta la sua attenzione su problemi strettamente linguistici, in seguito al fondamentale incontro con la poesia popolare malgascia e, soprattutto, con i proverbi. In polemica con i linguisti, con F. de Saussure in particolare, P. passa, nell'analisi del linguaggio, dalla parola alla frase nella ricerca di leggi che colleghino le parole al senso e il linguaggio al pensiero, pur non arrivando mai a formulare un proprio sistema. Questa esperienza lo porterà, con risultati molto discussi, alla critica letteraria. Ricordiamo le ultime opere di P.: Œuvres complętes, a cura di P. Oster, J.C. Zylberstein, 5 voll., 1966-70; Correspondance, a cura di R. Judrin, 1970; 226 lettres inédites de J.P., contribution à l'étude du mouvement littéraire en France (1933-67), a cura di J. Konn-Étiemble, 1975.
Bibl.: A. Serra, Una chiave per J. Paulhan, in Il Verri, 32, 1970; G. Bachelard, Le droit de rêver, Parigi 1970; H. Juin, L'usage de la critique, Bruxelles 1971; A. Castoldi, J. Paulhan, in I Contemporanei-Letteratura Francese, II, Roma 1977.