DARDENNE, Jean-Pierre e Luc
Registi e produttori cinematografici belgi, nati rispettivamente a Engis il 21 aprile 1951 e ad Awirs il 10 marzo 1954. Divenuti celebri presso il grande pubblico sul finire degli anni Novanta con il loro primo film di successo Rosetta (Palma d’oro a Cannes nel 1999), nel corso dell’ultimo decennio, Jean-Pierre e Luc D. hanno consolidato le linee di una poetica che li conferma tra gli eredi più autorevoli della tradizione cinematografica moderna. L’assoluta asciuttezza nella costruzione delle inquadrature e la recitazione degli attori ridotta all’essenzialità di singoli sguardi o gesti mettono il cinema dei D. in costante dialogo con l’opera di Robert Bresson, ispiratore indiscusso dell’intero loro lavoro, così come dichiarato in più di un’occasione dagli stessi registi. La lezione bressoniana, ma più in generale quella dello stile cinematografico cui il Neorealismo italiano ha dato origine, impongono di inquadrare ciascuno dei film dei D. all’interno di una concezione etica della forma cinematografica, in virtù della quale ogni immagine, più che rappresentazione di un qualsiasi oggetto/contenuto, sarebbe l’esito e la restituzione della relazione che intercorre fra l’occhio della macchina da presa e la porzione di mondo che essa, di volta in volta, si trova di fronte. In questa prospettiva, l’atto stesso del mettere in immagine altro non è che l’esito di un rapporto di forze contrapposte, capace di determinare la distanza, più o meno ravvicinata, fra la macchina da presa e il corpo dell’attore, inteso come alterità radicale, con il quale essa costruisce una relazione forte e a volte controversa. Ogni film dei D. rivela dunque la storia di questo incontro non garantito da alcuna condizione di necessità e consegnato alla fatalità delle contingenze.
Anche gli ultimi lavori dei registi belgi (da L’enfant, 2005, a Deux jours, une nuit, 2014, Due giorni, una notte, passando per Le silence de Lorna, 2008, Il matrimonio di Lorna, e Le gamin au vélo, 2011, Il ragazzo con la bicicletta) si muovono su questa direttrice, declinandola variamente a seconda che essa venga descritta all’interno dei confini di rapporti filiali/genitoriali, amorosi, o infine lavorativi. Ciò che caratterizza ciascuno degli incontri che i film dei D. hanno raccontato è la loro capacità di modificare una condizione di partenza a favore di un’evoluzione dei personaggi e della situazione in cui sono inseriti. Le storie sono così sempre racconti di un’umanità riscoperta o addirittura scoperta per la prima volta grazie al contatto, alla vicinanza con un altro essere umano, prima radicalmente lontano, poi via via più capace di abbandonare resistenze e false distanze.
Con sempre maggiore evidenza, sono divenute le donne – protagoniste degli ultimi tre film dei D. – i soggetti affidatari di questo processo di scoperta di un’umanità che assume su di sé i caratteri dell’universo femminile. Lorna (Le silence de Lorna) riesce così a svincolarsi da un dispositivo di potere, di cui era complice, nel momento in cui decide di amare l’uomo cui era sposata per ragioni di pura convenienza; Samantha (Le gamin au vélo) accoglie, scoprendosi madre, un ragazzo alla cui vita si ritrova legata in seguito a un incontro del tutto fortuito; Sandra (Deux jours, une nuit) riscopre se stessa ed esce dalla depressione che la attanaglia grazie al confronto ricercato, e in alcuni casi trovato, con le istanze di un’alterità radicale, che in questo caso assume il volto di chi vuole o deve difendere il proprio posto di lavoro, a scapito di chi (come Sandra) di quel diritto è stato privato. E anche quando (come in questo caso, ma già in La promesse, 1996, o in Rosetta) il tema affrontato è il lavoro, il cinema dei D. non è mai strumento di accusa sociale, ma rimane il mezzo attraverso cui l’umanità di un uomo (o di una donna) riesce a trovare e a manifestare se stessa.
Bibliografia: L. Dardenne, Au dos de nos images. 1991-2005, Paris 2005 (trad. it. Dietro i nostri occhi. Un diario, Milano 2009); Il cinema di Jean-Pierre e Luc Dardenne, a cura di L. Mosso, Alessandria 2005; Etica ed estetica dello sguardo. Il cinema dei fratelli Dardenne, a cura di S. Gesù, Catania 2006; J. Mai, Jean-Pierre and Luc Dardenne, Urbana-Chicago-Springfield 2010; P. Mosley, The cinema of the Dardenne brothers. Responsible realism, London-New York 2013; Jean-Pierre e Luc Dardenne, a cura di A. Cervini, L. Venzi, Cosenza 2013; Jean-Pierre und Luc Dardenne, hrsg. J. Wende, München 2013; C. Plenus, L. Skorecki, L. Heliot, Sur les plateaux des Dardenne, Paris 2014; L. Dardenne, Au dos de nos images, 2, 2005-2014, Paris 2015.