Dardenne, Jean-Pierre e Luc
Registi e produttori cinematografici belgi, nati rispettivamente ad An-gis il 21 aprile 1951 e ad Awirs il 10 marzo 1954. Con la loro opera si sono ricollegati alla tradizione documentaristica belga e olandese (Henri Storck e Joris Ivens), la cui lezione hanno trasposto sul piano della finzione, coniugandola con un'estetica figlia della visione soggettiva introdotta dalle nouvelles vagues. Il loro film Rosetta, Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1999, ha segnato una tappa fondamentale del percorso di due autori che dalle periferie operaie hanno portato nel cinema un messaggio forte, in senso etico prima che artistico.
Cresciuti nella regione siderurgica della Mosa, tradizionale teatro di lotte operaie, i fratelli D. intrapresero studi divergenti; Jean-Pierre seguì i corsi di arte drammatica all'IAD (Institut des Arts de Diffusion), mentre Luc si laureò in filosofia. Sui rispettivi esordi cinematografici ebbe grande influenza Armand Gatti, regista cinematografico e teatrale, di cui furono aiuto registi (Jean-Pierre nel 1972-73 e Luc nel 1982). Dal 1974 al 1977 girarono video nelle città industriali della Vallonia, e dal 1978 al 1983 sei mediometraggi documentari. La creazione, nel 1975, di un laboratorio permanente, il Collectif dérives, li avrebbe poi portati a fondare prima la Films dérives productions (1981) e poi Les films du fleuve (1994), per contribuire a finanziare, oltre che le loro stesse produzioni, anche molti documentari di giovani registi belgi. Dopo aver esordito nella fiction con Falsch (1986), con La promesse (1996) hanno inaugurato uno stile personale che tratta le urgenze dell'attualità (il problema dell'immigrazione) rifacendosi a illustri modelli letterari e cinematografici (da F.M. Dostoevskij a Roberto Rossellini). Il successivo Rosetta ha rinnovato il connubio tra etica, propria del documentario, e scelta di rappresentazione, tipica della fiction; imperniato sulla figura di una giovane disoccupata, il film è segnato da uno stile di ripresa frenetico che traduce l'orizzonte senza speranze in cui vive la protagonista. Nel 2002 è uscito Le fils (Il figlio), desolata e ossessiva incursione nel mondo del lavoro e dei legami familiari.
C. Chatrian, in "Cineforum", 1999, 382, p. 61; L. Héliot, Luc et Jean-Pierre Dardenne, Paris 1999.