RENOIR, Jean (App. II, 11, p. 682)
Regista francese, morto a Los Angeles il 12 febbraio 1979. Gli anni Cinquanta e Sessanta lo vedono avviato serenamente a concludere una carriera che, superata la svolta contraddittoria del periodo americano (1941-47), si rivela ancora ricca di tappe prestigiose, all'altezza di quelle doti che lo hanno fatto definire di recente da F. Truffaut "uno dei più grandi cineasti del mondo". In India, nel 1951, realizza The river (Il fiume), una meditazione sull'Oriente carica di liriche tensioni; due anni dopo, prendendo lo spunto da Le carrosse du Saint Sacrement di Mérimée, crea in Italia Le carrosse d'or (La carrozza d'oro), uno spettacolo-balletto in magico equilibrio fra la commedia dell'arte e un romanticismo in cifre amabili e farsesche. A questo seguono, in Francia, French Can-Can, 1955, sulla stessa linea, ma in un clima di divertissement reso anche più aereo e vaporoso dalla cornice Belle époque, ed Eléna et les hommes (Eliana e gli uomini), 1956, una parodia sapida e nervosa del mondo della politica e degli affari. Meno fervidi, ma non privi egualmente di degne qualità, Le testament du docteur Cordelier (Il testamento del mostro), 1959, interpretazione liberissima del mito stevensoniano del Dr. Jekyill, sovrabbondante d'invenzioni tecniche; Le déjeuner sur l'herbe (Picnic alla francese), 1960, satira cordiale di tutte le utopie, soprattutto di quelle della scienza; Le caporal épinglé (Le strane licenze del caporale Dupont), 1962, rivisitazione un po' datata dei temi umanitari della Grande illusione (1937), e finalmente Le petit théâtre de Jean Renoir (Il teatrino di Jean Renoir), 1969, quattro episodi televisivi di tono apertamente teatrale, tenuti intenzionalmente a mezza strada fra simbolo e realtà.
Dal 1969 R. non ha più diretto film e ha preso stabile dimora in California. Ha pubblicato alcuni libri di memorie tra cui uno su suo padre, il pittore Auguste, Renoir par Jean Renoir (Parigi 1962), e un altro autobiografico, Ma vie et mes films (ivi 1974). Ha scritto anche per il teatro (Orvet, 1955, da una novella di Andersen; Carola ou les Cabotins, 1955), per il balletto (Le feu aux poudres, 1957), e ha preso parte come attore anche a qualche film (ne La direction d'acteur par Jean Renoir, 1968, di G. Braunberger, e in Licorice Store, 1969, di J. Frawley, nella parte di sé stesso).
Bibl.: P. Davay, J. Renoir, Bruxelles 1957; A. J. Cauliex, J. Renoir, Parigi 1962; Premier plan, nn. 22-23-24, 1962, vol. unico dedicato a J. Renoir; P. Leprohon, J. Renoir, Parigi 1967; F. Pulle, Renoir 1938 ou J. Renoir pour rien?, ivi 1969; A. Bazin, J. Renoir, ivi 1971; C. F. Venegoni, J. Renoir, Firenze 1975, con filmografia; Autori vari, J. Renoir, le spectacle, la vie, con bibliografia e filmografia, in Cinéma d'aujourd'hui, nuova serie, maggio-giugno 1975.