Regista cinematografico (n. Parigi 1917 - m. nei pressi di Birnin N'Konni, Niger, 2004); ingegnere ed etnologo, nel corso di numerose missioni di studio in Africa, e in seguito anche in Europa, realizzò oltre cento film, che costituirono il più significativo contributo del cinema all'etnografia dai tempi di Flaherty. Convinto che solo l'immediatezza e l'assoluta fedeltà al vero permettano di cogliere l'essenza profonda della realtà, R. documentò costumi, riti, cerimonie, conflitti e contraddizioni razziali. Dopo numerosi cortometraggi (Au pays des mages noirs, 1947; La circoncision, 1948; Hombori, 1949; Initiation à la danse des possédés, 1949; Bataille sur le grand fleuve, 1950; Les hommes qui font la pluie, 1951; Les gens du Nil, 1952), esordì nel lungometraggio con Jaguaro (1957, incompiuto); ad esso seguirono: Moi, un noir e La pyramide humaine (1958); Chronique d'un été (1961, col sociologo E. Morin in veste d'intervistatore), considerato esempio tipico di cinema-vérité; Marie-France et Véronique (episodio de La fleur de l'âge, 1964); Gare du Nord (episodio di Paris vu par ..., 1966); Petit à petit (1971); Les deux chasseurs (1981); Dionysos (1984); Fraternité: cantate pour deux généraux (1990).