Sorel, Jean
Nome d'arte di Jean de Combaud de Roquebroune, attore cinematografico francese, nato a Marsiglia il 25 settembre 1934. Dotato di avvenenza, naturale fascino e sobria eleganza, ha lavorato sia per il cinema sia per la televisione in particolare in Francia e in Italia. Pur se destinato quasi sempre a parti di secondo piano è riuscito a sostanziare di impegno e professionalità le sue interpretazioni, collezionando nel corso di una lunga carriera più di ottanta ruoli spesso sotto la direzione di registi di rilievo, in special modo nel corso degli anni Sessanta.
Di famiglia aristocratica, sembrava avviato alla sicura e prestigiosa carriera di diplomatico quando improvvisamente interruppe gli studi, conquistato dall'accattivante richiamo del palcoscenico. Durante una replica teatrale venne notato da un produttore che, riconoscendo in lui un notevole potenziale, decise di scritturarlo. Di lì a breve avvenne il suo debutto cinematografico con un ruolo minore in J'irai cracher sur vos tombes (1959; Il colore della pelle) di Michel Gast. Già dall'anno successivo lavorò in Italia per produzioni di maggior rilievo: se in La giornata balorda (1960) di Mauro Bolognini, al fianco di Lea Massari, impersona un giovane romano di borgata in cerca di lavoro (ma la sua aristocratica bellezza mal si coniuga con il ruolo), in I dolci inganni (1960) di Alberto Lattuada, in coppia con Catherine Spaak, è il confidente privilegiato di una giovane benestante alle prese con i primi palpiti d'amore, mentre successivamente comparve in due film che ripercorrono cruciali e cruenti episodi della Resistenza, ossia L'oro di Roma (1961) di Carlo Lizzani, accanto ad Anna Maria Ferrero che sarebbe divenuta sua moglie, e Le quattro giornate di Napoli (1962) di Nanni Loy. Sempre nel 1962 e ancora in Italia, interpretò Il disordine di Franco Brusati e Vu du pont (Uno sguardo dal ponte) di Sidney Lumet, tratto dall'omonimo testo teatrale di A. Miller, nel ruolo di Rodolfo. In particolare fece scandalo all'epoca il bacio sulla bocca che Rodolfo riceve per oltraggio in una scena del film dal suo antagonista Eddie, interpretato da Raf Vallone.
Sono proprio gli anni Sessanta a offrirgli le occasioni migliori in produzioni sia italiane sia francesi di un certo rilievo: nel 1963 in Germinal (La furia degli uomini) di Yves Allégret e in Chair de poule (Pelle d'oca) di Julien Duvivier; nel 1964 in La ronde (Il piacere e l'amore) di Roger Vadim; nel 1965 in De l'amour (La calda pelle) di Jean Aurel e nell'episodio Monsignor Cupido di Mario Bolognini del film collettivo Le bambole, ma soprattutto in Vaghe stelle dell'Orsa di Luchino Visconti, dove la sua scultorea bellezza è perfettamente adeguata alla difficile interpretazione del tormentato, incestuoso Gianni, uno dei ruoli più intensi e importanti della sua carriera. Tale sarà anche la parte di Pierre Serizy, il marito di Séverine (Catherine Deneuve), signora borghese che diviene prostituta dalle 14 alle 17 per sfogare desideri e insoddisfazioni, in Belle de jour (1967; Bella di giorno) di Luis Buñuel. Nel 1966 comparve in L'uomo che ride di Sergio Corbucci e in Fata Elena di Bolognini, episodio del film collettivo Le fate; nel 1967 in Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo! di Francesco Maselli; nel 1969 in Una ragazza piuttosto complicata di Damiano Damiani e in L'amica di Lattuada. Dal 1970, pur continuando a lavorare molto per il cinema, S. ha ottenuto parti in film decisamente minori a esclusione del thriller politico The day of the jackal (1973; Il giorno dello sciacallo) di Fred Zinnemann e Les sœurs Brontë (1979; Le sorelle Brontë) di André Téchiné.
A metà degli anni Settanta, mentre diradava i suoi impegni cinematografici, ha iniziato un'attiva carriera televisiva, per ritagliarsi di tanto in tanto piccole parti in film particolari come Aspern (1985) di Eduardo De Gregorio e Rosa la Rose, fille publique (1986; Una donna per tutti) di Paul Vecchiali.