Wiéner, Jean
Compositore e pianista francese, nato a Parigi il 19 marzo 1896 e morto ivi l'8 giugno 1982. Musicista versatile, frequentatore di molti e diversi generi musicali, compose circa settanta colonne sonore per lungometraggi, più innumerevoli musiche per documentari, cortometraggi, film pubblicitari. Propose nella musica cinematografica la carica innovativa tipica delle avanguardie francesi degli anni Venti e Trenta, vicine alla lezione di E. Satie e del Gruppo dei Sei, con soluzioni di notevole originalità capaci di assecondare efficacemente le istanze drammaturgiche. Nelle sue colonne sonore, come nella musica per altra destinazione, combinò con grande facilità generi disparati, facendo spesso ricorso anche alla citazione o alla riutilizzazione di materiale preesistente.Studiò al Conservatorio di Parigi pianoforte con P. Brand e contrappunto con A. Gédalge. Fu sostenitore e promotore sia della 'nuova musica' di Satie, I.F. Stravinskij, B. Bartók, A. Schoenberg (in particolare con l'istituzione dei Concerts Wiéner, dal 1921 al 1924) sia della musica 'leggera' e di intrattenimento del café-concert (fu con Jean Cocteau tra i fondatori del club Le bœuf sur le toit), in un costante impegno per superare le tradizionali barriere tra generi musicali. Le stesse istanze perseguì anche come compositore: nel Concerto franco-américain (1924) integrò uno stile compositivo neobachiano con musica popolare francese, music hall e jazz. Pianista quotato, suonò tra gli altri con Stravinskij, e meritò una certa fama in duo con il belga Clement Doucet (dal 1925 al 1939) nelle sale di tutta Europa e negli Stati Uniti. Compose inoltre musiche di scena per spettacoli teatrali e scrisse il volume di memorie Allegro appassionato (1978).
Dagli anni Trenta si occupò prevalentemente di musica per il cinema, in particolare in collaborazione con registi francesi, e di musica di intrattenimento (tra gli altri per Edith Piaf e France Gall), pur continuando a comporre per la sala da concerto. Tra i primi lavori per il cinema da ricordare Knock, ou le triomphe de la médicine (1933) di Roger Goupillières e Louis Jouvet, L'homme à l'Hispano (1933; L'uomo della "Hispano") di Jean Epstein, nonché i due film di Jean Renoir Le crime de monsieur Lange (Il delitto di monsieur Lange) e Les bas-fonds (Verso la vita), ambedue del 1936. Avviò inoltre già da questo periodo, con film come Le paquebot Tenacity e Maria Chapdelaine (Il giglio insanguinato), entrambi del 1934, La bandera (1935), L'homme du jour (1936; L'uomo del giorno), una collaborazione con Julien Duvivier destinata a consolidarsi e proseguire stabilmente negli anni. Durante l'occupazione tedesca di Parigi, a causa delle origini ebraiche della sua famiglia, continuò il suo lavoro per il cinema in modo anonimo, sotto la protezione di Roger Désormières, per poi riprendere dopo la guerra. Riscosse i primi veri successi negli anni Cinquanta, innanzitutto con il tema Le grisbi del film di gangster Ne touchez pas au grisbi (1953; Grisbi) di Jacques Becker. Negli stessi anni, riprese la collaborazione con Duvivier con le colonne sonore di Sous le ciel de Paris (1951; Sotto il cielo di Parigi), Voici le temps des assassins (1956; Ecco il tempo degli assassini), La femme et le pantin (1958; Femmina). Negli anni Sessanta lavorò tra gli altri con Robert Bresson per Au hasard Balthazar (1966), Mouchette (1967; Mouchette ‒ Tutta la vita in una notte), Une femme douce (1968; Così bella, così dolce). Attivo ancora negli anni Settanta, firmò le musiche di La faute de l'abbé Moret (1970; L'amante del prete) di Georges Franju, Duelle (1976) di Jacques Rivette, Lettres d'amour en Somalie (1981) di Frèoléric Mitterand, Le crime d'amour (1982) di Guy Gilles.
W.H. Mellers, Jean Wiéner redivivus, in "Tempo", 1989, 170, pp. 24-29; T. Widmaier, Der Weisse Neger vom Boeuf sur le toit: Jean Wiéner und die Jazzrezeption im Umkreis der Groupe des Six, in "Neue Zeitschrift für Musik", 1993, 5, pp. 34-36.