WALL, Jeff
Fotografo canadese, nato a Vancouver il 29 settembre 1946. Il racconto visivo di W., benché costruito e digitalmente artefatto, ci propone la rappresentazione delle persone che abitano gli spazi urbani, degli interni abitativi e delle molteplici modalità del nostro interagire quotidiano. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre internazionali e sono entrate a far parte delle principali collezioni museali del mondo (MoMA, Museum of Modern Art, di New York, Deutsche Guggenheim di Berlino, Tate Modern di Londra). Tra i numerosi riconoscimenti alla sua carriera da ricordare l’Hasselblad award nel 2002 e nel 2007 la nomina a ufficiale dell’Order of Canada. La prima retrospettiva italiana dedicata al fotografo è stata inaugurata al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano nel marzo 2013.
Laureato in storia dell’arte alla University of British Columbia, dal 1974 ha insegnato presso alcune università canadesi e allo stesso tempo ha esercitato un ruolo fondamentale in quella che è stata definita la Scuola di Vancouver della fotografia concettuale e postconcettuale. La sua formazione storico-artistica e umanistica invita a una lettura concettuale delle sue opere fotografiche, nelle quali i riferimenti alla cultura artistica ottocentesca vengono trasposti dall’artista nella narrazione della vita quotidiana contemporanea.
Egli utilizza per lo più la tecnica del grande formato, vicina al linguaggio della pubblicità e del cinema, presentando stampe Cibachrome all’interno di lightboxes (cornici retroilluminate) e progettando lo scatto come se fosse una composizione pittorica, soffermandosi sulla composizione scenografica dello spazio, dei costumi, delle azioni degli attori coinvolti: è la costruzione di una staged photography che solo la decodificazione concettuale può tradurre in una narrazione della nostra società contemporanea, riletta attraverso le radici storiche del linguaggio artistico e letterario. La citazione dell’opera di Eugène Delacroix è dichiarata da W. nella sua prima fotografia The destroyed room (1978), mentre la pittura di Édouard Manet è il riferimento presente nell’opera Picture for women (1979); e ancora, in A sudden gust of wind (after Hokusai), del 1993, egli rende omaggio alle straordinarie stampe dell’artista giapponese Hokusai Katsushika. Del 2009 è l’opera Morning cleaning, Mies van der Rohe Foundation, Barcelona, e del 2011 Boxing, basata sul ricordo di quando giocava a box con il fratello nella loro camera di ragazzi.
Bibliografia: Jeff Wall. The complete edition, London 2009; J. Wall, Gestus. Scritti sull’arte e la fotografia, a cura di S. Graziani, Macerata 2013; Jeff Wall. Actuality, a cura di F. Bonami, catalogo della mostra, Milano, Padiglione d’arte contemporanea, Milano 2013.