JELGAVA (russo Mitava; ted. Mitau; A. T., 58)
Città della Lettonia, capoluogo della Zemgalia. Giace in piatta pianura a 3 m. s. m., non lontano dalla confluenza del Drixe col Lielupe. L'agglomerato cittadino ha avuto origine e sviluppo come centro di una zona agricola, affiancatosi a uno dei tanti castelli coi quali l'ordine dei Cavalieri Portaspada di Livonia teneva in soggezione le popolazioni lettoslave. Si leva tuttora, subito innanzi alla città, la grandiosa fortezza, costruzione iniziata nel 1738 dal Biron sul luogo dell'antico castello. La città si distingue come centro religioso e culturale, arricchita com'è di una decina di chiese (luterane, ortodosse, cattoliche), di una sinagoga, di una trentina di scuole, di cui alcune medie; ha inoltre un museo provinciale (con biblioteca); un'Accademia (dal 1816), teatri, ospedali, ecc.
La popolazione era cresciuta sotto il dominio russo sino a oltre 35.000 ab. (già nel 1897 erano 35.011), dei quali oltre la metà Tedeschi, indi israeliti, Lettoni, Slavi, ecc. Il 64% degli abitanti professava il luteranesimo, il 24% la religione mosaica; i rimanenti erano cattolici e ortodossi. Per effetto della guerra mondiale e della rivoluzione gli abitanti erano diminuiti sino a circa 20.000; poi sono nuovamente cresciuti e nel 1930 sommavano a 33.048.
Jelgava è uno dei ganglî più importanti, se non forse il più importante, della rete ferroviaria lettone. Vi s'incontrano infatti la linea O-E. da Liepāja a Mosca e quella meridiana da Šiauliai a Riga, oltre che la diramazione per Ventspils e altre minori irraggianti intorno. Ma la maggior parte del commercio locale (legname, grano) si svolge pel tramite di Riga. È capoluogo di provincia.
Storia. - Il castello fu fondato probabilmente nel 1265; nel sec. XVI Jelgava diventava capoluogo del ducato di Curlandia. Occupata la città dagli Svedesi nel 1621, nel 1625 e ancora nel 1658, rimase sino alla pace di Oliva in loro potere. Conquistata dai Russi nel 1706, ebbe il castello semidistrutto. Tornata ai re di Polonia, passò definitivamente agli zar con la prima spartizione. In Jelgava visse esule il conte di Provenza, poi Luigi XVIII, dal 1798 al 1807. Occupata dai Tedeschi durante la guerra mondiale (1 agosto 1915) e caduta nel gennaio 1919 nelle mani dei bolscevichi, fu liberata nel marzo dall'armata del Baltico e d'allora venne a far parte della Lettonia.