Pseudonimo dello scrittore svizzero Albert Bitzius (Murten, Friburgo, 1797 - Lützelflüh, Berna, 1854), tratto dal nome del protagonista del suo primo romanzo, Der Bauernspiegel oder Lebens geschichte des Jeremias Gotthelf von ihm selbst berichtet (1837). Pastore protestante (dal 1832 a Lützelflüh), fu spinto all'attività di narratore da un impulso religioso-pedagogico. Nemico della moderna vita cittadina secolarizzata e della mentalità liberale, accanito difensore della patriarcale vita contadina e dell'ortodossia, seppe descrivere quelli che a lui apparivano i vizî e le virtù del suo tempo con robusta, spesso sfrenata e ingenua potenza realistica, che trova la sua più alta espressione nel racconto Die schwarze Spinne (in Bilder und Sagen aus der alten Schweiz, 1842-46). Fra le sue opere più importanti sono: Wie Uli, der Knecht, glück lich wird (1841), che, con la continuazione Uli der Pächter (1849), narra l'ascesa di un servo contadino alla condizione di padrone; Wie Anne Bäbi Jowäger haushaltet, und wie es ihm mit dem Doktern ergegt (1842-43); il racconto Elsi, die seltsame Magd (in Erzählungen und Bilder aus dem Volksleben der Schweiz, 1850-55). Il suo valore artistico, riconosciuto solo nel 20º sec., è ben lungi dall'esaurirsi sul piano di uno strapaesano verismo.