KOPITAR, Jernej (Bartolomeo)
Filologo sloveno, nato il 21 agosto 1780 a Repnje in Slovenia (Iugoslavia), morto l'11 agosto 1844 a Vienna. Frequentò le scuole medie a Lubiana e divenne segretario e bibliotecario del barone Zois, che era allora a capo della vita scientifica e letteraria slovena. In questo ambiente, riscaldato da un umanesimo illuminato, si formò il giovane studioso che si dedicò a studî di filologia classica e moderna, di glottologia e di storia. Nel 1808 si recò a Vienna e s'iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, senza abbandonare gli studî filologici. Qui terminò, ponendola sulle solide basi della parlata popolare e dello sviluppo storico-linguistico, la Grammatik der slavischen Sprache in Krain, Kärnten und Steiermark (Lubiana 1809). Per le sue vaste cognizioni linguistiche fu nominato nel 1810 censore e, poco dopo, bibliotecario della Hofbibliothek di Vienna e nel 1814 seppe, quale incaricato governativo, ricuperare a Parigi tutti i manoscritti asportati da Napoleone. Preso dalla corrente romantica, vivendo in contatto diretto o in relazione epistolare con i maggiori filologi e storici europei, allargò e approfondì i suoi studî e cominciò a collaborare a diverse rassegne scientifiche, austriache e germaniche, su questioni linguistiche, letterarie e storiche non solo degli Slavi, ma anche di Romeni, Greci e Portoghesi. Nel 1836 pubblicò a Vienna il suo lavoro più importante, il manoscritto paleoslavo Glagolita Clozianus con la trascrizione in cirillico e l'originale greco, a cui aggiunse la traduzione latina e un commento filologico: in questo commento propugnò la tesi, oggi superata, della Pannonia come patria dell'antico slavo. Seguì la pubblicazione di Hesychii glossographi discipulus et επιγλωσσιστῆς russus (Vienna 1840), un glossario greco-russo del sec. XII, con aggiunte scientifico-polemiche sulla cristianizzazione degli Slavi meridionali e la loro lingua liturgica. Uscirono poi i Prolegomena historica al Texte du sacre di Reims, da lui tradotto in latino (Parigi 1843). Ma l'attività caratteristica del K. fu quella pubblicistica, che egli esercitò multiforme e feconda e che corrispondeva tanto alla necessità di diffondere l'interesse per gli studî slavi e di crearne a Vienna un centro, quanto alla sua forma mentale, più animatrice e iniziatrice che costruttiva. Alle appassionate iniziative del K. si devono notevoli opere di filologia slava, e a lui spetta il merito di avere conquistato alle sue idee Vuk Stefanović Karadzić (v.), a cui fu maestro e collaboratore nella grande opera di riforma della lingua e della letteratura serba.
Bibl.: V. Jagić, Istorija slavjanskoj filologii, Pietroburgo 1910, pp. 186-214; Petrovskij, Bibliografićeski spisok trudov J. K. (elenco bibl. delle opere di J. K.), Varsavia 1912; F. Kidrič, Zgodovina slov. slovstva (Storia della letteratura slovena), III e segg., Lubiana 1932 segg.; Slov. biografski leksikon, Lubiana 1932, pp. 496-513.