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GROTOWSKI, Jerzy

di Roberta Ascarelli - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)
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GROTOWSKI, Jerzy

Roberta Ascarelli

Regista e teorico teatrale polacco, nato a Rzeszów l'11 agosto 1933. Studiò all'Accademia d'arte drammatica di Varsavia e all'Accademia superiore di regia di Mosca. Esordì come regista al teatro Stary di Cracovia e, nel 1959, ha costituito a Opole un teatro-laboratorio trasformato poi, nel 1966, in "Istituto di ricerche sulla recitazione" con sede a Wrocław. Dal 1960 G., in opposizione alle correnti pił diffuse dell'avanguardia teatrale, si ę dedicato quasi esclusivamente all'approfondimento del rapporto attore-spettatore attraverso l'eliminazione del "superfluo" (costumi, truccatura, scenografia, effetti sonori e di luci ecc.), a ricerche sull'espressivitމ fisica dell'attore e alla definizione di un nuovo uso dello spazio (negazione radicale degli spazi tradizionali del teatro sostituiti dalla sala, la cui architettura ę determinata dalle posizioni assunte reciprocamente da attori e spettatori). Gli spettacoli di G. si strutturano sul montaggio delle reazioni dei singoli attori a un testo (Caino di Byron, 1960; Śakuntalā di Kālidasā, 1960; Kordian di Slowacki, 1962; Akropolis di Wyspianski, 1962; altre versioni: 1964, 1967; Hamlet di Shakespeare, 1963; Dr. Faustus di Marlowe, 1963; El principe costante, 1965) o a un tema (Apocalypsis cum figuris, 1968, sul secondo ritorno di Cristo).

Apokalypsis (rappresentato per oltre otto anni) segna il termine di questa prima fase, più strettamente teatrale, dell'attività di G., e il punto di partenza del tentativo di definire un nuovo tipo di teatro che postuli la distribuzione del ruolo dello spettatore. G. ha così occupato un posto centrale nel teatro di questi ultimi anni - attraverso la rappresentazione di spettacoli e l'organizzazione di seminari e stages in numerosi paesi - grazie alle sue ricerche sull'attore tese all'individuazione di nuovi modi espressivi (ottenuti attraverso un quotidiano lavoro di allenamento e di ricerca individuale e di gruppo) e alla ridefinizione del suo ruolo a livello etico, estetico e sociale. Il suo libro Towards a poor theatre, edito per la prima volta nel 1968 dall'Odin Teatret, ha avuto una grande influenza sul teatro mondiale.

Vedi anche
Odin Teatret Gruppo teatrale fondato nel 1964 da E. Barba a Oslo e trasferitosi a Holstebro nel 1966. Formato da attori di diversa lingua e nazionalità, ha sviluppato le teorie antropologiche di J. Grotowski in direzione di un teatro-laboratorio attento a esplorare le potenzialità dello spazio scenico e a valorizzare ... recitazione Lettura in pubblico o dizione a memoria di un testo, o interpretazione di un’opera o di parte di un’opera teatrale, cinematografica, radiofonica o televisiva. 1. La recitazione teatrale È l’arte di rendere fisicamente attuale (con i mezzi espressivi del proprio corpo: voce, gesto, movimento) un’esistenza ... Eugenio Barba Regista e teorico teatrale italiano (n. Gallipoli 1936). Emigrato in Norvegia, fu poi a Varsavia dove nel 1962 divenne assistente di I. Grotowski. L'influsso dell'esperienza polacca lo portò a fondare al suo ritorno a Oslo nel 1964 l'Odin Teatret. Trasferì poi il suo teatro-laboratorio a Holstebro in ... Tadeusz Kantor Kantor ‹kà-›, Tadeusz. - Pittore e regista teatrale (Wielopole, Rzeszów, 1915 - Cracovia 1990). Artista d'avanguardia tra i più originali della Polonia contemporanea, attraverso una accentuatissima semplificazione dei mezzi espressivi e una "scenografia in movimento" in cui il corpo dell'attore diviene ...
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  • ACCADEMIA D'ARTE DRAMMATICA
  • ODIN TEATRET
  • APOKALYPSIS
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    Regista e teorico teatrale polacco (Rzeszów 1933 - Pontedera 1999). Maestro di un'intera generazione di teatranti, in opposizione alle correnti più diffuse dell'avanguardia teatrale si è dedicato all'approfondimento del rapporto attore-spettatore attraverso l'eliminazione del "superfluo", a ricerche ...
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