Jia Zhangke
– Regista e scrittore cinese (n. Fengyang 1970). Considerato alla fine degli anni Novanta uno dei registi indipendenti più originali e interessanti della nuova generazione, J. inizia proprio in questo periodo una fase di lancio internazionale che lo porterà a ottenere premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Il successo ottenuto con Xiao Wu («The pickpocket», 1997) gli consente di accedere a finanziamenti internazionali (tra i quali il contratto con la casa di produzione di Kitano Takeshi) con i quali realizza i suoi film successivi: Zhàntái («Platform», 2000), un percorso malinconico e poetico attraverso la trasformazione della Cina dagli anni Ottanta in poi, e Rèn xiāo yáo («Unknown pleasure», 2002), ritratto generazionale della nuova Cina che conclude la trilogia iniziata con Xiao wu, e che è anche il primo lungometraggio di J. girato in digitale. Dal 2004 i progetti di J. vengono approvati dalle autorità cinesi e nello stesso anno esce Shìjiè («The world», 2004), film visionario e realistico al tempo stesso, su un parco divertimenti cinese, visto come metafora dell’isolamento del Paese. Sulla stessa linea si colloca Sānxiá hǎorén (2006; Still life), vincitore del Leone d’oro a Venezia e conferma della linea poetica originale di Jia Zhangke. Dopo il successo dei suoi film, J. sviluppa il lato più sperimentale del suo cinema attraverso una serie di documentari e lavori di creazione, come Èr shí sì chéng jì («24 city», 2008), un percorso tra fiction e documentario su tre generazioni di abitanti di un complesso residenziale.