JIANG ZEMIN
Uomo politico cinese, nato a Yangzhou (Jiangsu) il 17 agosto 1926. Membro del Partito comunista cinese dal 1946, si laureò in ingegneria elettronica nel 1947 presso l'università di Shanghai e svolse in seguito importanti incarichi nell'amministrazione statale; nel 1982 entrò a far parte del Comitato centrale del partito e nel 1987 dell'Ufficio politico. Ministro dell'Industria elettronica (1983-85), fu in seguito sindaco (1985-87) e segretario del partito (1987-89) a Shanghai. Durante la protesta studentesca scoppiata a Pechino nella primavera del 1989, adottò una posizione intransigente e sostenne pienamente la linea repressiva adottata dal governo.
Dopo la strage di piazza Tien An Men, nel giugno 1989 J. Z. fu chiamato a sostituire il segretario del partito, Zhao Ziyang, accusato di aver assunto una posizione troppo conciliante nei confronti del movimento di protesta. J. Z. promosse in seguito un consolidamento del ruolo del Partito comunista, accompagnato da un generale irrigidimento politico che comportò fra l'altro un inasprimento della censura sull'informazione e della sorveglianza sulla vita culturale. Subentrò quindi a Deng Xiaoping (che continuava a svolgere un ruolo di rilievo nella vita politica del paese) nelle cariche di presidente della Commissione militare centrale del partito e dello Stato (1989 e 1990).
La sua elezione alla presidenza della Repubblica nel marzo 1993 segnò l'abbandono dell'orientamento volto alla separazione delle istituzioni statali dagli organi di partito perseguita a partire dalla fine degli anni Ottanta; dopo la morte di Deng Xiaoping (febbraio 1997) J. Z. fu confermato come suo successore nella leadership del paese. Rieletto come segretario generale del partito nel novembre successivo, ribadì la propria volontà di proseguire la politica di Deng Xiaoping, incentrata sulla liberalizzazione dell'economia e sul mantenimento del predominio politico del Partito comunista.
Bibl.: B. Gilley, Tiger on the brink. Jiang Zemin and China's new elite, Berkeley 1998.