JIHLAVA (ted. Iglau; A. T., 59-60)
Città della Moravia occidentale, presso il confine con la Boemia, 520 m. s. m., 75 km. O-NO. di Bruna, sull'importante linea ferroviaria internazionale Vienna-Praga e sul fiume Jihlava, afluente del Dyie (che manda le acque al Danubio attraverso la Morava), in una regione ondulata di terreni geologicamente antichi, dove spuntano dossi granitici. Un tempo (secoli XIII-XVI) la città era stata importante centro di estrazione di minerale argentifero, esercitata in particolar modo da minatori bavaresi; con questi vennero anche contadini che hanno disposto le loro case lungo le valli in file allungate; distrutto a poco a poco il bosco, si è diffuso anche l'allevamento ovino, che ha fatto sorgere la filatura della lana e l'industria dei panni; esaurite le miniere, quest'attività è diventata anzi quella prevalente e dà ora l'impronta economica a tutta la città; vi sono anche fabbriche di scarpe e di mobili. Nei dintorni si coltivano cereali e patate. Gli abitanti, che sono per nove decimí cattolici, erano 25.914 nel 1910 (di cui z0.523 Tedeschi), aumentati a z8.180 nel 1921 e 31.031 nel 1930. I Tedeschi, che conservano costumi proprî e usano un dialetto bavarese, mantengono una leggiera prevalenza, per quanto costituiscano un gruppo isolato in mezzo a popolazioni slave.