Weiss, Jiří
Regista cinematografico ceco, nato a Praga il 29 marzo 1913 e morto a Santa Monica (California) il 9 aprile 2004. Le sue regie si sono distinte per funzionalità narrativa, versatilità espressiva, accurata direzione d'attori e per l'attenzione al tema della convivenza tra i principali gruppi linguistici o religiosi della Boemia, cechi, tedeschi ed ebrei.
Proveniente da una famiglia borghese di religione ebraica, W. studiò diritto, ma nel 1934 abbandonò l'università per dedicarsi al cinema, e dirige diversi documentari, premiati anche all'estero. Costretto dall'invasione nazista a emigrare in Gran Bretagna (1939), durante la Seconda guerra mondiale girò opere di propaganda per l'esercito britannico e per il governo cecoslovacco in esilio, ma anche due film a soggetto, Who killed Jack Robbins? e John Smith makes up, entrambi del 1940. Rientrato in patria nel 1946, passò definitivamente al cinema di finzione con Uloupená hranice (1947, La frontiera violata), ambientato nella zona germanofona dei Sudeti durante la crisi con la Germania del 1938, quando la popolazione si divise tra democratici e filonazisti. La regia ha un tono neutrale e un tratteggio documentaristico, ma l'assenza di eroi individuali prelude al 'realismo socialista' dei suoi successivi film sulla storia delle lotte di classe in Boemia (Dravci, 1948, I predoni; Poslední ýstřel, 1950, L'ultimo colpo; Vstanou noví bojovníci, 1951, Sorgeranno nuovi combattenti). Dalla metà degli anni Cinquanta, quando iniziò anche in Cecoslovacchia il processo di destalinizzazione, W. diede prova di maggiore originalità e di una visione più personale della Storia, dedicandosi a vicende e psicologie individuali, come in Můj přítel Fabian (1955, Il mio amico Fabian), Hra o život (1956, La vita in gioco), Vlčí jáma (1957; La tana del lupo), premio Fipresci alla Mostra del cinema di Venezia nel 1958, Taková laská (1959; Più forte della notte), e soprattutto Romeo, Julie a tmá (1960; Romeo, Giulietta e le tenebre), considerato il suo capolavoro, ambientato a Praga nel periodo più buio dell'occupazione tedesca. In seguito alternò ai film per bambini (Zlaté kapradí, 1963, La felce d'oro), drammi (Zbabělec, 1962, Codardo; Ninety degrees in the shade, 1964, girato in Gran Bretagna) e commedie (Vražda po našem, 1967, Delitto nel nostro stile); ma, legato com'era al linguaggio del passato, rimase sostanzialmente estraneo al movimento rinnovatore della Nová Vlna. Dopo l'invasione sovietica del 1968 si stabilì in Italia e poi negli Stati Uniti. Inattivo per più di due decenni, con la coproduzione franco-tedesca Martha et moi/Martha und Ich (1990; Marta ed io) dipinse, in un commovente film-testamento sulla Praga degli anni Trenta, il ritratto di una passione tra persone di diversa estrazione sociale e religiosa. *
V. Merhaut, Jiří Weiss, Praha 1988.