Uomo politico tedesco (Wesel 1893 - Norimberga 1946). Ministro degli Esteri (1938), operò affinchè la politica espansionistica di A. Hitler fosse sostenuta da solide basi diplomatiche: nel 1939 concluse il Patto d'acciaio con l'Italia e il patto di non aggressione tedesco-sovietico; nel 1940 siglò il Patto tripartito (Germania, Italia e Giappone). Condannato a Norimberga, fu giustiziato.
Ufficiale nella prima guerra mondiale, avviò più tardi un florido commercio di spumante. Iscrittosi al partito nazionalsocialista dopo aver conosciuto A. Hitler nel 1932, ne divenne il maggiore consigliere di politica estera. Nel 1935 riuscì a concludere, come inviato straordinario, l'accordo navale con la Gran Bretagna e, l'anno seguente, tornò a Londra come ambasciatore con il proposito di stringere un'alleanza. Convintosi ben presto che la Gran Bretagna non avrebbe mai appoggiato l'espansione tedesca nell'oriente europeo, ma che al contrario si sarebbe opposta ai disegni del Terzo Reich, R. valutò comunque che essa non sarebbe entrata in guerra in caso di rapidi mutamenti territoriali in Europa centrale, valutazioni, queste, che ebbero grande peso sulle decisioni prese da Hitler nel 1938-39. Nominato ministro degli Esteri al posto di C. von Neurath nel febbr. 1938, pose le basi diplomatiche della politica espansionista di Hitler, al quale rimase legato fino all'ultimo. Nel maggio 1939, dopo lunghi negoziati, riuscì a concludere il Patto d'Acciaio con l'Italia; nell'ag. dello stesso anno firmò con V. Molotov il patto di non aggressione tedesco-sovietico, accompagnato dal protocollo segreto che divideva l'Europa orientale in due sfere d'influenza; infine, nel sett. 1940, siglò il patto Tripartito, che legava la Germania, l'Italia e il Giappone. Catturato al termine della guerra, fu processato a Norimberga e giustiziato. In carcere scrisse le sue memorie, Zwischen London und Moskau (post., 1953).