Bennett, Joan (propr. Joan Geraldine)
Attrice cinematografica statunitense, nata a Palisades (New Jersey) il 27 febbraio 1910 e morta a Scarsdale (New York) il 7 dicembre 1990. L'immagine della B., affermatasi negli anni Quaranta con i torbidi noir di Fritz Lang, può essere assimilata a quella della dark lady nei giochi di luce e ombra con cui veniva illuminato il suo volto e nella presunta ambiguità dei comportamenti dei suoi personaggi. La sua bellezza mantiene sempre una certa vulnerabilità e morbidezza, mentre gli sguardi e i gesti si rivelano ora docili, ora improvvisamente aggressivi e sensuali. In questo senso è rimasta celebre la scena in cui si muove carponi in The woman on the beach (1947; La donna della spiaggia) di Jean Renoir. Cresciuta in una famiglia di attori (il padre Richard e le sorelle Barbara e Constance), iniziò la sua carriera artistica lavorando in teatro e apparve, ancora bambina, in The valley of decision (1916). Giunta a Hollywood nel 1928, ottenne la sua prima parte di rilievo, impersonando una giovane e bella ereditiera, in Bulldog drummond (1929; Cercasi avventura) di F. Richard Jones. Nel decennio successivo giunse a specializzarsi in ruoli comici e di ingenua: Maybe it's love (1930) di William A. Wellman, Big brown eyes (1936) di Raoul Walsh, Thirteen hours by air (1936; Volo nella bufera) di Mitchell Leisen, Vogues of 1938 (1937; Modella di lusso) di Irving Cummings e Trade winds (1938; Crociera di lusso) di Tay Garnett. L'attrice seppe al contempo mostrare notevoli capacità espressive anche in generi completamente diversi, come rivelano il melodramma Little women (1933; Piccole donne) di George Cukor, dove è Amy, e i film d'avventura The man in the iron mask (1939; La maschera di ferro) e Green hell (1940; Inferno verde), entrambi diretti da James Whale.
Nel 1940 l'incontro con il secondo marito, il produttore Walter Wangler, diede nuovo impulso alla sua carriera, permettendole di lavorare con grandi registi. In particolare, The house across the bay (1940; L'isola degli uomini perduti) di Archie Mayo è forse il film che segnò una svolta nell'evoluzione dei suoi personaggi: la donna dalla personalità ambigua, disposta a tradire l'uomo che ama, qui interpretata, anticipò infatti i ruoli che avrebbe assunto nel cinema di Lang. E se all'inizio della sua collaborazione con il cineasta tedesco, in Man hunt (1941; Duello mortale), sono ancora visibili tracce del suo passato (soprattutto nei movimenti slapstick di derivazione comica), in The woman in the window (1945; La donna del ritratto) la sua immagine appare trasformata da un'inquietudine che affiora dietro un'apparente solarità. Il personaggio di Alice Reed è oggetto di perdizione, sogno che prende provvisoriamente forma reale, ed è lo stesso sogno che si sarebbe poi materializzato nella prostituta di Scarlet street (1945; Strada scarlatta, remake di La chienne, 1931, di Jean Renoir), film in cui ancora una volta Lang sembra modellare un archetipo di femminilità senza passato, ora erotico ora colmo di crudele aggressività.Il ruolo scabroso (inaccettabile per quegli anni) di Peggy, moglie di un pittore cieco che fa perdere la testa a un ufficiale di marina, in The woman on the beach, segnò l'inizio del progressivo declino della sua immagine. Dopo The macomber affair (1947; Passione selvaggia) di Zoltan Korda, fu nuovamente riportata in un universo onirico da Lang in The secret beyond the door (1947; Dietro la porta chiusa); in questo film il suo personaggio, Celia, è volontariamente delineato senza nitidezza, ma risulta capace di comunicare fascinazione e angoscia raccontando l'intera vicenda dal suo soggettivo punto di vista (la voce fuori campo coincide infatti con la sua). Successivamente la B. confermò ancora intense qualità drammatiche nei panni di una madre ricattata in The reckless moments (1949; Sgomento) di Max Ophuls.
A partire dagli anni Cinquanta, l'industria hollywoodiana non riuscì più a offrirle parti adatte a un'attrice di appena quarant'anni. Ricoprì così il ruolo di una madre di famiglia in Father of the bride (1950; Il padre della sposa) e nel suo sequel Father's little dividend (1951; Papà diventa nonno) di Vincente Minnelli, ma anche in There's always tomorrow (1956; Quella che avrei dovuto sposare) di Douglas Sirk; fece poi un'apparizione secondaria in We're no angels (1955; Non siamo angeli) di Michael Curtiz. Dalla metà degli anni Cinquanta abbandonò progressivamente il set per dedicarsi al teatro e alla televisione. Soltanto nel 1977 riapparve in Suspiria di Dario Argento nei panni di Madame Blanc, oscura figura che gestisce un'accademia di danza classica.
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C. Viviani, Joan Bennett la 'chose enrobée de cellophane', in "Positif", julliet-août 1991.
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