Brown, Joe
Brown a partire dal 1949 dapprima rivoluzionò l'arrampicata britannica (vie 'Right' e 'Left unconquerable' a Stanage Edge), poi fece progredire sensibilmente il livello tecnico alpino e quindi quello himalayano. Nel frattempo continuò l'esplorazione sistematica delle montagne dell'Inghilterra, mettendo a segno un impressionante elenco di prime, fra le quali 'Sassenach' nel gruppo del Ben Nevis, spingendosi in seguito anche nel Galles e nell'Anglesey (via 'Spider's web', del 1968). Ma fu nelle Alpi che si impose all'attenzione generale, quando nel 1954 con Don Whillans salì la parete Ovest del Petit Dru in 25 ore e subito dopo aprì una via nuova sulla parete Ovest dell'Aiguille de Blaitière, itinerario di 750 m nel quale riuscì a salire una fessura ancora oggi assai temuta (e valutata 6b), aiutandosi con un sasso che incastrava nella roccia per assicurarsi. Nel 1955 con George Band raggiunse nell'Himalaya l'inviolata vetta della terza montagna del mondo, il Kangchenjunga (8586 m), nell'ambito della spedizione di Charles Evans, mentre nel 1956 in Karakorum salì la Torre Mustagh (7273 m) con John Hartog, Tom Patey e Ian McNaught Davis. Nel 1959 prese parte a una spedizione sulle montagne dell'Iran, nel 1960 a un'altra in Giordania e nel 1962 partecipò alla spedizione anglosovietica al Pik Kommunizma (Pamir). Tornato a dedicarsi di nuovo alle Alpi, dopo aver aperto una via nuova (V+) alla Dent du Requin (Aiguilles de Chamonix) con Whillans e Ron Moseley, nel 1963 con Patey salì il Pilastro Centrale della parete Ovest dell'Aiguille du Plan (700 m, V+) e, con lo stesso compagno, un itinerario estremo di 1100 m sulla Nordovest dell'Aiguille Sans Nom. Nel 1964, con Patey, Chris Bonington e R. Ford, salì una via nuova sulla parete Ovest dell'Aiguille de Leschaux (700 m). Nel 1970 scalò El Toro nella Cordillera di Huayhuash (Ande peruviane), e nel 1973 fu in Venezuela, dove salì l'inedita ed equatoriale parete del Roraima (2739 m). Nel luglio 1976 realizzò la sua ultima impresa, la Torre di Trango nel Karakorum seguendo un itinerario sulla parete Sud-Sudovest (35 lunghezze, 6b/A2), insieme a Martin Boysen, Julian Mo Anthoine e Malcom Howells. Ritiratosi dall'attività alpinistica, divenne fabbricante e commerciante di equipaggiamento sportivo nel Galles.