WELHAVEN, Johan Sebastian Cammermeyer
Poeta norvegese, nato a Bergen il 22 dicembre 1807, morto a Oslo il 21 ottobre 1873. Fu il grande rivale di H. A. Wergeland (v.), con il quale inizia la rinascita della letteratura norvegese nell'età moderna. Come nel Wergeland, infatti, tutto era spontaneità d'ispirazione, entusiasmoi istinto, così in lui s'incarnarono le forze che al Wergeland erano rimaste estranee: le esigenze della ragione, l'equilibrio, il buon gusto. Era parente, per parte di madre, del poeta danese J. L. Heiberg, e, come questo, innamorato della cultura, sensibile a tutto ciò che è forma, stile, nella vita come nell'arte. Pur dividendo l'entusiasmo del Wergeland per le nuove idee, egli divenne interprete della necessità di elevare la vita spirituale e letteraria della Norvegia anche dal punto di vista della chiarezza del pensiero e della purità delle forme.
Nello stesso anno in cui il Wergeland trionfava con la pubblicazione di Skabelsen, Mennesket og Messias, egli gli contrappose, nel sermone poetico Till H. Wergeland (1830), i suoi proprî ideali. Una polemica furibonda si accese: satire, epigrammi, articoli di riviste, articoli di giornale. W. attaccò il rivale anche con un libro: H. Wergelands digtekunst og polemik ved antstykker oplyste (1832). Il padre di Wergeland non soltanto rispose prendendo le difese del figlio (Retfaerdig bedømmelse af H. Wergelands poesi karakter, 1833); ma, quando W. ebbe pubblicato la sua prima importante opera di poesia - il ciclo di sonetti Norges dœmring (1834) - eccitò contro di lui le passioni dei giovani, invitando tutti i paladini della libertà a bruciare l'opera stessa su pubblici roghi. E qualche rogo fu anche acceso. Ma in realtà Norges dœmring non metteva la libertà in pericolo. Soltanto protestava che la vera libertà non è quella del popolo in sommossa sulle piazze, ma è la libertà interiore dello spirito a cui prima di tutto l'uomo si deve sollevare. E mentre derideva l'estremismo politico e sociale degli avversarî (vedi anche Republikanerne), esaltava nell'arte la potenza che libera, formandole, le coscienze e poneva il problema del valore politico dell'alta cultura. La polemica - pur continuando anche in sede letteraria - si estese così, tra l'infuriare delle passioni, al campo politico; e allo Statsborger di Wergeland anche il gruppo di W. oppose un proprio giornale nel Konstitutionellen. Ma, mentre la polemica giungeva alla sua massima veemenza dopo le salve di fischi con cui i seguaci di W. accolsero il dramma Campbellerne (1838) di Wergeland, la lotta fra i due uomini la quale, agitando tante nuove idee, aveva oramai assolto storicamente il suo compito, si venne a poco a poco placando. Anche W. si cercò infine, come Wergeland, un impiego; e divenne prima lettore, poi, nel 1846, professore all'università. E anche intorno a lui si scatenarono, per tal ragione, come intorno a Wergeland, le polemiche, mentre la fidanzata - Ida Kjerulf, cui sono ispirate tante sue poesie - gli moriva. Poi, intorno al professore, si fece a poco a poco la calma, anche se la sua lingua, che egli mal teneva a freno, continuò volentieri a mostrare di saper essere mordace. Quando Wergeland morì, W. stesso, con le sue poesie intime e nostalgiche, con le sue ispirazioni da paesaggi nordici, con le sue fantasiose ballate, divenne il grande erede del nazionalismo romantico in Norvegia, pur nel tono più quieto e chiaro che rispondeva alla sua natura. Fra il 1830 e il 1860 si susseguirono così quattro raccolte di liriche, nelle quali - fra l'uno e l'altro getto di ispirazioni immediate e personali - la poesia della Norvegia romantica già si affaccia con molti dei motivi che si ritroveranno nelle creazioni giovanili di Ibsen e di Bjørnstjerne Bjørnson.
Opere: Samlede skrifter, voll. 8, Cristiania 1867-68. Fra i suoi scritti di critica e di storia letteraria - il W. fu nelle sue lezioni uno dei primi che diedero risalto all'elemento norvegese nella letteratura danese del sec. XVIII - cfr. lo studio: Ewald og de norske digtere (1863).
Bibl.: H. Lassen, W. Digte, in Afhandlinger til literaturhistorien, Cristiania 1877; G. Gran, Norges daemring, ivi 1899; A. Løchen, J. W.s liv og skrifter, ivi 1900.