Merian, Johann Bernhard
Filosofo (Liestal, Basilea, 1725 - Berlino 1807); nel 1770 divenne direttore della sezione delle Belle Arti della R. Accademia di Berlino, nel 1797 segretario perpetuo della stessa Accademia. Il M. fu uno dei primi pensatori a occuparsi nella seconda metà del Settecento di letteratura italiana e ad attirare l'attenzione su D. nel trattato intitolato Comment les sciences influent dans la poésie (in " Nouveaux mémoires de l'Académie Royale des Sciences et Belles Lettres de Berlin " XV [1784] 439-548). L'esposizione si divide in due sezioni: I - Origine de la poésie italienne; II - Poésie italienne du XIV siècle.
Dopo aver elogiato i lavori del Meinhardt e del Jagemann per il giusto apprezzamento che avevano dato di D., il M. loda il Bayle per l'accuratezza dell'informazione e biasima le inesattezze e la superficialità di Voltaire. Ma il merito del M. è quello di essere uscito dalle generalità per fare un'analisi particolareggiata della Commedia tanto per metterne in evidenza l'originalità - e questo in primo luogo - quanto per rilevare in che modo la scienza abbia nociuto alla bellezza del poema. Alla grandezza del quale non nuoce, secondo il M., che esso non si lasci catalogare secondo gli schemi dei generi letterari, e poiché la struttura del poema era stata paragonata a un edificio ‛ gotico ', in senso spregiativo, il M. osserva: " Le génie couvre une multitude de péchés, et rien ne couvre le défaut de génie... C'est lui [le génie] qui assure à D. une des premières places parmi les grands poètes, et surtout parmi les originaux ". Allo stesso modo riconosce che la religione per necessità entrava nel soggetto di D., e che D. aveva riscattato mediante la sua arte quanto ci poteva essere " di fabuloso e di superstizioso ". Il M. è anche lungi dal considerare l'erudizione di D. in tutto nociva all'effetto estetico. L'astronomia nuocerebbe solo nelle pesanti definizioni del tempo; quanto all'insegnamento morale, ne loda anzi la precisione e l'espressione succinta, sentenziosa. In fondo il M. biasima solo le disquisizioni filosofiche e teologiche e l'allegoria.
Il saggio del M. è la prima ampia trattazione apparsa in Germania che dia una giustificazione ragionata dei pregi della Commedia. Apparsa in lingua francese, pare che non abbia avuto alcuna risonanza presso i romantici tedeschi. Se il Bouterweck la conobbe, il che non è dimostrato, non l'accettò che per sottolineare l'influsso nocivo della dottrina di Dante. Il saggio del M. fu invece tradotto in italiano dal Polidori e pubblicato nell'edizione londinese della Commedia stampata da R. Zotti (Londra 1808-1809).
Bibl. - Allgemeine Deutsche Biographie, XXI (1885); F. Ancillon, Eloge historique de J.B.M., Berlino 1810; C. Bartholmess, Historire philosophique de l'Académie de Prusse, ibid. 1850 ss., II 32 ss.