BESICKEN, Johann
Nacque a Bersingheim (Württemberg), ma si ignora in che anno; da fonti germaniche si ricava la notizia che egli studiò nell'università di Basilea, che in quella città apprese l'ormai diffusa arte della stampa e impiantò una * officina * nel 1483, attendendovi con discreta attività sino al 1485. Dopo quest'anno, né in documenti tedeschi né in carte di altri luoghi, il suo nome compare più. Solo nel 1493 lo si ritrova a Roma senza che si possa congetturare come abbia speso gli anni tra il 1485 e il 1493. Della sua non breve attività romana non resta documento alcuno in nessun archivio; né il suo nome è menzionato tra i componenti della "Comunità teutonica dell'Anima", ove pur si leggono i nomi di tanti altri tipografi operanti in Roma.
Per ricostruire l'attività del B., unici documenti che ci restano sono le sue edizioni; da queste appare che la sua opera tipografica può ripartirsi in tre periodi: il primo che va dal 1493 al 1499, quando lavora in società con Sigismondo Mayr (o Mayer) "de Marchsam" (forse Marckolshein in Alsazia); il secondo, dal 1499 al. 1501, quando si, associò con Martino da Amsterdam, e quindi l'ultimo, dal 1501 al 1509 (e forse oltre), quando restò solo. Si avverta che nel periodo delPassociazione col Mayr, il B. stampò anche assieme ad Andrea Freitag, né fu una sola edizione (come si trova affermato da taluni autori) ma furono almeno cinque, però di poco conto.
Il nome del B. compare per la prima volta, in una edizione romana, assieme a quello di Sigismondo Mayr nella sottoscrizione di quel manualetto assai diffuso: Practica càncellariae apostolicae (1493),cui segue lo Hierocles, In aureos versus Pithagorae opusculum,tradotto da Giorgio Aurispa (19 dic. 1493),edizione bellissima, adorna di una notevole figura di ispirazione tedesca, ma certamente intagliata in Roma, checché ne abbia pensato il Lippmann. Da segnalare anche l'edizione dei Priscorum heroum stemmata di Thomas Ochsenbrunner (17 febbr. 1494),adorna di belle xilografie. La società col Mayr cessò nel 1499 (il Mayr passerà nel Regno e lungamente produrrà a Napoli edizioni degnissime) ed in questi sette anni circa di collaborazione furono edite una ottantina di opere; ma per la maggior parte furono opuscoli: discorsi di ambasciatori al pontefice, prediche, guidette per i pellegrini, manualetti professionali, confessionari, stampe popolaresche a carattere sacro e profano. è quasi certo che non tutte le edizioncine, data la loro natura, ci sono pervenute.
Durante il biennio 1495-1496il B. lavorò in società anche con il Freitag, venuto a Roma da Gaeta nel 1492,producendo - tra le altre cose - due edizioni della celebre sacra rappresentazione Passione e resurrezione di Gesù Cristo,composta da Giuliano Dati, Mariano Particappa e Bernardo di Antonio romano, e rappresentata ogni anno dipoi a Roma, nel Colosseo, dalla Compagnia del Gonfalone, il venerdì e il sabato santi. Di questa opera darà una ristampa nel 1501, quando durava la società tra lui e Martino da Amsterdam. Da ricordare anche un Prognosticon dell'Avogario licenziato il 6 febbr. 1496, dopo che nel 1495 - sembraper suo esclusivo conto - aveva già pubblicato un precedente Prognosticon del medesimo. Le edizioni in società con il Freitag, per la più parte, sono contrassegnate dalle iniziali A.F.J.B.
Nel 1498Martino da Amsterdam - uno dei "Germani fidelissimi" che avevano lavorato in Napoli coi Del Tuppo - si trasferì a Roma ed entrò in società con il B. (1499);la collaborazione durò due anni e l'attività comune fu intensa: si tratta, per la maggior parte, dei soliti opuscoli di occasione (orazioni di omaggio, prediche, ecc.), di cantari dei più vari argomenti, di rappresentazioni sacre, di almanacchi, prognostici, curiosità d'ogni sorta, e soprattutto di quelle guidette per i pellegrini, dette comunemente Mirabilia. L'anno giubilare 1500 offrì ai tipografi romani occasione per la preparazione ed il facile smercio di un numero imponente di tali opuscoli. è assolutamente impossibile fare ipotesi circa il numero di effizioni di queste guidette stampate dal B. e da Martino: esse sono tanto simili tra loro che è difficile cosa il differenziarle ed è anche più difficile ammettere che di tutte ci sian rimasti esemplari. Con prudente cautela si può ritenere che esse siano state tra le quindici e le venti, non contando le semplici ristampe. Tra gli ultimi libri stampati dalla società è da ricordare il Dialogus de dolore cum tractatu de ulceribus in pudendagra evenire solitis del medico Gaspare Torrella (31 ott. 1500),Cui dovette seguire la citata ristampa della Passione e resurrezione di Gesù Cristo,datata 1501; e questa - apparentemente - è l'ultima edizione sociale. I bibliografi assegnano in complesso trentasei edizioni al B. e a Martino, ma esse furono certamente assai più numerose, anche se i recenti studi ne assegnano talune allo Schomberg e ad altri.
Coi 1501inizia il terzo e ultimo periodo dell'attività tipografica ed editoriale del B., che continua senza soci, forse oltre il 1508. Il De Marinis (Enc. Ital.)ne fa cessare l'attività al 1501con l'ediz. del Vocabolario tedesco-italiano;F. Ascarelli ne fissa il termine all'anno 1506,seguendo l'opinione del Kristeller; il Norton lo protrae al 1507,con legittima cautela aggiungendo: "o in quel tomo di tempo". Secondo il De Gregori la sua azienda sarebbe stata rilevata dal Mazochio nel 1508:ma è pura congettura che nessun documento o prova conferma. A. W. Pollard, invece, fa proseguire l'attività del B. sino al 1512 ed oltre. Quello che può essere accertato dalle date poste nelle sottoscrizioni è che il B. stampò da solo dal 1501 al 1507(Iudicium universale del Torrella) e durante questi anni la sua tipografia fu assai attiva, pubblicando opere di carattere scientifico, come il Consilium de aegritudine Pestifera et contagiosa, ovina cognominata del Torrella (1505)ed il Proregimine sive preservatione sanitatis del medesimo (1506).Notevole è la prima edizione del testo di Procopio, stampato per conto,di Giacomo Mazochio nel 1506. Ma la sua maggiore attività si esplicò nella stampa dei consueti opuscoli di occasione e popolareschi. Mirabilia da lui editi si conoscono con le date: 1501, 1504 (tre edizioni distinte) e 1506 (due diverse edizioni), oltre a quelli pubblicati senza note tipografiche.
Nei primi anni del pontificato di Giulio II il B. dovette ottenere forti protezioni in Curia, giacché lo si vede pubblicare bullae,cosa prima quasi esclusivamente riserbata al Silber. Oltre, che per il Mazochio, stampò anche per il francese Etienne Guilleret da Lunéville; il fatto che questi abbia usato nel 1512 una marca editoriale (Kristeller, 156) che si trova in varie edizioni del B., durante il suo secondo periodo, induce a una congettura diversa da quella del De Gregori e del dotto bibliografo inglese: verso la fine del 1508, o nel principio del 1509, la sua azienda sarebbe stata rilevata dal francese, che, infatti, vediamo usare i suoi caratteri in una edizione datata 1509, mentre la marca suddetta appare in una edizione del 1512.
Bibl.: P. Kristeller, Die ital. Buckdrucker- und Verlegerzeichen bis 1625, Strassburg 1893, pp. 54, 56; G. Fumagalli, Lexicon….Firenze 1905, p. 256; Catalogue of books printed in.the XVth. cent. now in the Brit. Mus.,IV, a c. di A. W. Pollard, London 1916, pp. XV,138 ss.; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahr. im Ausland,München 1924, p. 102; L. De Gregori, La stampa a Roma nel sec. XV,Roma 1933, pp. 25, 27-28, 99-104; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana,Firenze, 1953, pp. 30, 62 s.; F. J. Norton, Italian printers:1501-1520, London 1958, pp. 94 s.; Short-title catalogue of books printed in Italy…,London 1958, passim; A.Cioni, Bibliografia delle sacre rappresentazioni,Firenze 1961, pp. 156, 157, 218; Enc. Ital.,VI.p. 807.