Poeta tedesco (Striegau, Slesia, 1695 - Jena 1723). Studiò medicina a Wittenberg (1715) e a Lipsia (1717), ma insofferente alla disciplina non riu scì a completare la sua formazione. In totale opposizione rispetto al mondo contemporaneo, una sua poesia, che celebrava la pace di Passarowitz e il principe Eugenio (1718), sembrò per un momento dischiudergli la strada del poeta di corte, ma non gli riuscì di ottenere i favori né di Eugenio né, poco dopo, del re di Polonia. La sete di vita, che era sete di totale autonomia, finì col bruciarlo anzi tempo. Le sue poesie furono pubblicate postume (1724) e danno testimonianza di una genialità poetica del tutto inconsueta. A vivo contrasto con i precetti e, tanto più, con i moduli barocchi ancora ampiamente correnti, in lui mai una volta la parola è ornamento, ma sempre confessione, prova di verità. Incompreso dai contemporanei, solo Goethe riprese appieno la sua maniera, che era quella di fare oggetto della poesia la propria stessa vita.