Gottsched, Johann Christoph
Scrittore tedesco (Juditten, Königsberg, 1700 - Lipsia 1766); fu senatore della Poetische Gesellschaft nel 1726, e nel 1730 ebbe la cattedra di poetica; esercitò grande influsso con la sua polemica contro il gusto barocco, cui oppose la classica regolarità del teatro francese. Ma la sua posizione di pontefice delle lettere crollò sotto gli attacchi del Bodmer e del Breitinger, i quali insorsero contro il classicismo di gusto francese inalberando Milton e, il Bodmer, Dante.
Nella sua Poetica (Versuch einer kritischen Dichtkunst, 1730; 17514) il G. menziona bensì il Tasso, l'Ariosto e il Marino, ma tace di lui; il cui nome ricorre però alcune volte nelle riviste pubblicate da lui; in un articolo (non del G.) nel XXX fascicolo delle " Kritische Beiträge " (1742) D. viene pareggiato al Ceva e al Marino, il che era inteso come grande elogio. In un'ode del G. all'elettrice Maria Antonia di Sassonia del 1749 D. è citato insieme col Petrarca come " grosse Geister ".
Una più precisa conoscenza di D. viene dimostrata dal G. nell'articolo su D. nella sua enciclopedia letteraria Handlexikon oder kurzgefasstes Wörterbuch der schönen Wissenschaften und freien Künste (Lipsia 1760), le cui fonti sono il Bayle e il Crescimbeni. Il G. vi mise in evidenza il merito di D. di aver creato la terzina e di aver portato " quasi a perfezione " la lingua italiana.
Bibl. - Allgemeine Deutsche Biographie, XI (1879) 497-508; Neue Deutsche Biographie, VI (1964) 686 ss.; E. Sulger-Gebing, in " Zeitschrift für vergleichende Literaturgeschichte " n.s., IX (1896) 466-470.