BULLE, Johannes
Tedesco di Brema, il suo nome appare segnato nella matricola dei confratelli del Collegio teutonico di Roma per l'anno 1477. In questo documento, che non contiene purtroppo nessun'altra notizia a lui relativa, il B. viene definito semplicemente "stampator librorum": la sua stessa origine bremese si trae dalle sottoscrizioni che compaiono sul frontespizio di tre sole delle non molte opere a stampa da lui edite, delle quali ci siano pervenuti degli esemplari: "Iohannes Bremer alias Bulle", e "Johannes Bremer".
Dall'anno in cui fu introdotta la stampa in Italia sino agli inizi del sec. XVI, si può dire che a Roma la tipografia fu esercitata da Tedeschi: su trentotto botteghe funzionanti nell'Urbe in quel periodo di tempo, infatti, solo quattro furono di Italiani, né furono le principali. Sulle orme dei prototipografi Sweynheim e Pannartz, vennero a Roma dalla Germania a esercitare la nuova arte molti maestri tipografi, i cui nomi si leggono nella già ricordata Confraternita dei Teutoni: Vitus Puecher, Ulrich Han, Daniele di Argentina, Georg Herolt, Bartholomaeus Guldinbeck ed altri, tra i quali il Bulle. È probabile, anzi, che questi abbia cominciato la sua attività nel gruppo di tipografi che sottoscrivevano le loro edizioni dal luogo della loro bottega - "apud S. Marcum" o "Appresso al Palazzo di S. Marco" -, gruppo su cui primeggiava, intorno al 1476, Vitus Puecher.
Tutte le edizioni a noi note uscite dalla bottega del B. sono state pubblicate tra il 1478 ed il 1479. Poiché la maggior parte di esse non reca l'indicazione del luogo e dell'anno di stampa, l'attribuzione al B. è stata resa possibile dall'analisi dei caratteri tipografici impiegati dallo stampatore nelle sue diverse edizioni. Essi appartengono infatti a due tipi: un 83 G, molto simile a quello usato dagli artigiani del gruppo "apud S. Marcum", ed un 103 G, che ricorda curiosamente il tipo introdotto in Inghilterra da Johannes Letton (benché sia difficile pensare che il B., pur essendo originario di Brema, abbia potuto essere in relazione con gli stampatori lettoni o lituani).
A parte le Clementis PP. V Constitutiones cum Commentario Iohannis Andreae (alle quali fanno seguito, nell'edizione datane dal B., le Iohannis PP. XXII Decretales extravagantes cum Commentario Iosselini de Cessanis:vedi Indice generale degli incunaboli..., II, n. 3023), le opere pubblicate dal B. non sono in genere di grande rilievo. Il Manipulus curatorum di Guy de Monterochen (Indice generale degli incunaboli..., III, n. 4571) è una delle poche edizioni datate: 18 nov. 1478. Di essa si conoscono in Italia solo tre esemplari. Pure del 1478 è il volume Miracoli della Vergine Maria (Indice generale degli incunaboli..., IV, n. 6497), di cui rimane in Italia un unico esemplare, mutilo, conservato presso la Biblioteca Casanatense di Roma. L'opera riunisce tutte le leggende mariane contenute nella cosiddetta Raccolta del Cavaliere, che, conservataci in numerosi codici manoscritti, conobbe nel corso del sec. XV decine di edizioni a stampa. Del cardinale umanista Enea Silvio Piccolomini, poi papa col nome di Pio II, il B. pubblicò le Epistolae in cardinalatu editae (Indice generale degli incunaboli..., IV, n. 7784). in 4º di cc. 64, di cui si conoscono in Italia nove esemplari; e la Historia de duobus amantibus (Indice generale degli incunaboli..., IV, n. 7803). Quest'opera - pure in 4º, di cc. 6 - è stata attribuita dai compilatori dell'Indice al 1480: tale datazione, che sposterebbe di un anno il termine a noi noto dell'attività del tipografo tedesco, è tuttavia discutibile. Non prive di interesse sono pure le due successive edizioni che il B. dette del lavoro storico del Poliziano, il Coniurationis pactianae commentarium. Della prima edizione in trentasette libri, che è del 1478, è giunto sino a noi un solo esemplare, conservato ora presso la Biblioteca Nazionale di Napoli (Indice generale degli incunaboli..., IV, n. 7955), mentre della seconda edizione in trentasei libri, che è invece posteriore al 1478 (Indice generale degli incunaboli…, IV, n. 7956), rimangono due esemplari, l'uno presso la Biblioteca Comunale di Ferrara, l'altro presso la Biblioteca Corsiniana di Roma.
Le altre opere stampate dal B. sono tutte di poco momento: si tratta per lo più di edizioni popolari, manualetti di consultazione, pubblicazioni di occasione o atti ufficiali di Curia. Di esse ricordiamo: La Sfera, poemetto di divulgazione scientifica in quattro canti e in ottava rima attribuito al mercante fiorentino Gregorio Dati, uomo di Stato, viaggiatore, storico e poligrafo morto il 12 sett. 1435 (in 12º, gotico, di cui resta in Italia il solo esemplare, mutilo, della Biblioteca Casanatense di Roma: Indice generale degli incunaboli..., II, n. 3325); lo Speculum Ecclesiae,seu Expositio Missae, di Hugues de St.-Cher, esegeta domenicano francese morto il 1263 (in 4º di cc. 8; esemplari alla Biblioteca Nazionale di Firenze e alla Biblioteca Corsiniana di Roma: Indice generale degli incunaboli..., III, n. 4930); i Somnia Danielis prophetae, in 4º di cc. 87 + 1, di cui non si posseggono esemplari in Italia (ma uno è conservato al British Museum di Londra). Tra le pubblicazioni di occasione si ricordano qui la Oratio ad Lucenses, di Nicola Capponi detto il Montano, umanista bolognese e fervido promotore dell'arte della stampa, che è edizione del 1479, e della quale rimangono in Italia quattro esemplari (in 4º: Indice generale degli incunaboli..., IV, n. 6708); la Oratio in funere Francisci Cauriensis di Pietro Ranzano, erudito e scrittore domenicano (morto intorno al 1492), pure in 4º (l'unico esemplare pervenuto sino ai nostri tempi è conservato presso la Marciana di Venezia: Indice generale degli incunaboli…, IV, n. 8282); e la Oratio in funere Bernardi Heruli cardinalis Spoletani, in 4º (ne restano, oltre a quello conservato presso il British Museum di Londra, altri due esemplari in Italia, l'uno della Biblioteca Comunale di Perugia, e l'altro della Biblioteca Casanatense di Roma: Indice generale degli incunaboli..., IV, n. 7010). Anche queste due ultime opere debbono esser state stampate nel 1479: il Cauriense morì infatti il 13 marzo 1479 mentre il cardinale Bernardo Erulo morì il 2 aprile di quello stesso anno: le due edizioni debbono dunque essere di poco posteriori a tali date. Il B. curò inoltre la stampa delle seguenti pubblicazioni ufficiali: Bullae de revocatione beneficii, promulgate da Sisto IV il 23 genn. 1479 (in 4º, di cc. 3 + 1 c.b.); Formularium procuratorum Romanae Curiae, una delle poche edizioni del B. che rechino impressi nel frontespizio il luogo e la data di stampa, 12 marzo 1479 (in folio, di cc. 174; ne esistono quattro esemplari in Italia); Taxae Cancellariae Apostolicae, pure datato, 30 apr. 1479 (in 41, di cc. 18).
Bibl.: V. Scholderer, Catal. of Books printed in the XV century now in the British Museum, IV, London 1916, p. 78; K. Haebler, Die deutsche Buchdrucker des XV. Jahrhunderts im Ausland, München 1924, p. 88; Indice generale degli incunaboli delle Bibl. d'Italia, I-IV, s.v.