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TINCTORIS, Johannes de

di Gastone ROSSI-DORIA - Enciclopedia Italiana (1937)
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TINCTORIS, Johannes de

Gastone ROSSI-DORIA

Teorico e compositore di musica, nato a Poperinghe nel Belgio circa il 1446, morto a Nivelles ai primi di ottobre 1511. Fu noto in Italia, dove visse lunghi anni, sotto il nome di Giovanni del Tintore; in Inghilterra sotto quello di John Tinctor. Fu dapprima indirizzato agli studî giuridici e ai teologici, e ambedue condusse a termine, riuscendovi dottore. Fu sacerdote e sembra avesse un canonicato nella sua città natia. Nel 1476 è cappellano a Napoli presso la corte di Ferdinando di Aragona, dove ebbe anche funzioni di cantore. Tra il 1484 e il 1500 è a Roma, addetto alla cappella pontificia. A Napoli fondò e tenne per diverso tempo una scuola musicale che ebbe gran lustro e che attirò giovani artisti d'ogni parte in buon numero.

Insieme con F. Gaffurio il T. va considerato come significativo esponente del pensiero musicologico del tempo, cui la sua opera teorica offre posizioni organiche, tali da poter rappresentare un momento di sintesi dottrinale superante i limiti delle particolari scuole.

Un'analoga universalità non sarà raggiunta, nella storia della musicologia, che un mezzo secolo dopo, e cioè con l'opera di G. Zarlino da Chioggia: con le Istituzioni armoniche del 1558. Del resto questa sua funzione storica è legittimata - quanto alle esigenze estetiche della sua propria personalità - dall'orientamento stilistico delle musiche da lui composte: esse non si ravvicinano infatti tanto alla scuola borgognona (G. Dufay, G. Binchois, ecc.), cui nel processo dialettico della storia musicale si competeva piuttosto una posizione di antitesi (contro l'Ars Antiqua), quanto alla scuola propriamente olandese, che nell'opera di Okeghem e di Obrecht avrà una posizione di nuova sintesi.

A questo compito l'opera del T. assolve - come quella di Obrecht, di Gaspar, dell'Agricola, ecc. - anche in grazia dell'assorbimento ch'essa fece degli spiriti musicali italiani nell'ambito tipico dei fiamminghi: sensi melodici, chiarezza maggiore di linee, trasparenza di polifonia ne sono gli elementi più evidenti.

Importante è inoltre nell'opera del T. la continuazione e lo sviluppo dati alla corrente strumentale che invece presso Okeghem e Obrecht sembra dover cadere nell'ombra: il T., specie nei suoi lavori musicologici, persegue lo sviluppo della parafrasi e della trascrizione strumentale (per tastiera o anche, e spesso, per strumenti varî) dalla musica vocale, contribuendo in tal modo a condurre queste forme d'arte dalla posizione ch'esse avevano tenuto presso la scuola borgognona fino a quelle che saranno conquistate dopo il momento okeghemiano.

Opere teoriche e musicologiche: Expositio manus; De natura et proprietate tonorum; De notis ac pasiis; De regulari valore notarum; Liber imperfectionum notarum; Tractatus alterationum; Super punctis musicalibus; De arte contrapuncti; Proportionale musices; Complexus effectuum musices; Terminorum musices diffinitorium; De inventione et usu musicali.

Edizioni moderne si trovano in Forkel, Literatur der Musik, H. de Coussemaker, Script. de Mus. Medi Aevi, Lilla 1875, e in traduzione tedesca, a cura di H. Bellermann, nello Jahrbuch 1863 del Chrysander.

Delle composizioni del T., in parte inedite, alcune sono pubblicate in raccolte italiane dell'epoca, tra le quali le prime del Petrucci.

Bibl.: G. Pannain, La teoria musicale di J. T., Napoli 1913; R. Weinmann, J. T., Ratibona 1917.

Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
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