Herold, Johannes
Umanista (Höchstädt 1511 - Basilea c. 1570). Dal luogo di nascita prese il nome latinizzato Hochstattensis, oppure Acropolita; dopo aver avuto la cittadinanza di Basilea si chiamò anche " Basilius Johannes Herold ".
Studiò le scienze storiche; visse a Siena nel 1534; nel 1539 giunse a Basilea ove si diede agli studi teologici; si sposò e fece il pastore a Pfeffingen; nel 1546 tornò a Basilea per curare alcune sue pubblicazioni, si rese benemerito degli studi storici ed ebbe la cittadinanza nel 1556. Scrisse in latino molte opere di storia germanica, svizzera, ecclesiastica, una cronologia della Pannonia, dialoghi, panegirici e due tragedie.
Curò l'editio princeps della Monarchia, pubblicata insieme a un trattato di Andrea Alciati (Andreae Alciati iureconsulti clarissimi De formula Romani Imperii Libellus. Accesseruni non dissimilis argumenti Dantis Florentini De monarchia libri tres, Basilea 1559); lo stesso volumetto contiene anche il trattato di Enea Silvio Piccolomini De Ortu et autoritate Imperii Romani. Dalla prefazione dello H. risulta che egli pubblicava questo trattato in difesa dei diritti dell'Impero.
L'opera fu ristampata a Basilea nel 1566, a Strasburgo nel 1609, a Offenbach nel 1610, e ancora a Strasburgo nel 1618. A questa sua edizione lo H. fece seguire la sua traduzione in lingua tedesca, la prima e unica in Iingua tedesca fino a quella del Kannegiesser del 1845: Monarchey Oder Dasz das Keyserthumh, zu der wolfart diser Welt von nöten, ecc., Basilea 1559. (Nuova edizione, in facsimile, con postcriptum di Johannes Öschger, Basilea-Stoccarda 1965). Nella prefazione lo H. dichiara di aver iniziato la traduzione sulla versione italiana di Marsilio Ficino, ma di averla poi corretta dopo aver ottenuto il testo latino di D.; inoltre egli premetteva una vita di D. per la quale si servì del Trattatello del Boccaccio, ma non solo di quello. La traduzione dello H. è fedele e coscienziosa, ma non senza fraintendimenti. Tanto l'edizione quanto la traduzione sono dovute al fatto che nel Cinquecento negli ambienti protestanti si scopriva nel trattato dantesco una conferma della critica all'istituzione della Chiesa.
Bibl. - Ersch und Grubers Allgemeine Enz yklopädie, II, s. 6, Lipsia 1829; E. Sulger-Gebing, in " Zeit. für vergleichende Literaturgesch. " n.s., VIII (1895) 236 - 248.