LINNANKOSKI, Johannes (sino ai 33 anni Johannes Vihtori Peltonen)
Scrittore finlandese, nato a Askula il 18 ottobre 1869, morto a Helsingfors il 10 agosto 1913. Il più giovane di sette fratelli, di famiglia di contadini, autodidatta, si occupò nella prima gioventù come taglialegna e giornalista, finché il grande successo del suo primo dramma Ikuinen taistelu (L'eterna lotta, 1903), lo rese d'un tratto celebre e lo avviò verso l'agiatezza. Dramma biblico, svolgente l'episodio di Abele e Caino, simbolo dell'"eterna lotta" tra il bene e il male, tra Dio e Satana, e quindi in parte ispirato al Milton e al Byron, ma con tendenza ottimista. Successo ancor più clamoroso ottenne la sua seconda opera, il romanzo dongiovannesco Laulu tulipunaisesta kukasta (La canzone del fiore scarlatto, 1905), il cui eroe appare un Lemminkäinen modernizzato (v. kalevala); non senza influsso formale del Gösta Berling di Selma Lagerlöf. Nel 1908 si pubblicò il dramma Kirot (Le maledizioni), in cui la narrazione delle origini della nazione finna sono pretesto a un'allegoria degli "anni del gelo" (routavuodet, il più triste periodo della oppressione russa, dal 1899 al 1905). Il poeta fu tra i più fervidi assertori dell'idea nazionale; prese parte ai moti per l'indipendenza e fu il primo segretario della Suomalaisuuden liitto (Lega per il finnismo). Dopo un lungo soggiorno all'estero, specialmente in Italia, il L. scrisse un'altra delle sue opere migliori, il romanzo rustico Pakolaiset (I fuggiaschi, 1908), prendendo argomento da una tragedia familiare di cui egli fu testimone; profondo per la psicologia di due genti diverse, perfetto di stile, riprende il vecchio tema del contrasto del bene e del male, lottanti nell'animo stesso del protagonista, con la vittoria dei sentimenti migliori. Tra le opere minori sono degni di ricordo due altri drammi biblici, Simson ja Delila e Jeftan tytär (La figlia di J., 1911), e una raccolta di novelle, Sirpaleita (Schegge, 1913). Il L. riunì in sé preclare doti di scrittore e meriti di patriota: grazie alle numerose traduzioni delle sue opere principali in svedese, tedesco e francese, è forse il più noto all'estero tra i moderni romanzieri finlandesi, tra i quali tiene un posto cospicuo.
Tra le migliori traduzioni: Die glutrote Blume, trad. di H. Federn-Schwarz, Francoforte 1922; Die Flüchtlinge, trad. di G. Schmidt, Dresda 1922; Les fugitifs, trad. di L. J. Perret, Parigi 1926.
Bibl.: H. Krohn, J. L. äärivivoja, Helsingfors 1911; W. Söderhjelm, J. L., en finsk diktarprofil, Stoccolma 1918.