REHMKE, Johannes
Filosofo, nato il 1 febbraio 1848 a Hainholz (Schleswig), morto il 23 dicembre 1930 a Marburgo (Prussia). Insegnò alla scuola cantonale di San Gallo, all'università di Berlino e dal 1885 all'università di Greifswald, dal 1922 come professore emerito a Marburgo.
La filosofia del R. è determinata negativamente dalla sua opposizione a ogni fenomenalismo, a ogni gnoseologia, in genere a ogni filosofia dell'attività creatrice dello spirito, assumendo così un carattere antistorico. Positivamente, è anzitutto affine alla "teoria degli oggetti" del Meinong, e in certo modo all'ontologia prekantiana. Aspirando a essere una filosofia radicata nel concreto, che non si stacchi dalla base sicura del saputo o dato, non vuole che analizzare quest'ultimo e portarlo a una evidenza indubitabile. Perché per il R. il sapere non implica alcuna relazione con altro, ma significa possesso immediato del saputo o del dato. Nel dato si deve distinguere fra la cosa e la coscienza. Ma anche la coscienza si presenta come qualcosa di dato, cioè come un conoscere sé stesso, e appunto come tale dimostra l'unità immediata di ciò che sa e di ciò che è saputo. Questa filosofia è chiamata dal R. scienza fondamentale, in quanto presupposto di tutte le scienze, anche della logica. Suo oggetto e suo solo presupposto è il dato in generale nella sua suprema universalità. In questa universalità assoluta la scienza fondamentale trova quattro antitesi principali: ogni particolare è o unico o universale, o semplice o unità di molteplici, o variabile o invariabile, o reale o irreale. Il dato viene analizzato secondo queste distinzioni. L'uomo è unità d'azione reciproca di due enti singoli: cosa e coscienza. Al disconoscimento di questa natura dell'uomo e della non spazialità della coscienza e dell'anima il R. attribuisce i più fatali errori dei filosofi. Dal 1919 la Rehmke-Gesellschaft, fondata nello stesso anno, pubblica una rivista, intitolata Grundwissenschaft.
Opere principali: Philosophie als Grundwissenschafl (Lipsia-Francoforte 1910; 2ª ed., 1928); Logik oder Philosophie als Wissenslehre (Lipsia 1918; 2ª ed., 1923); Lehrbuch der allgemeinen Psychologie (Amburgo 1894; 3ª ed., Lipsia-Francoforte 1926); Grundlegung der Ethik als Wissenschaft (Lipsia 1925). Un'esposizione del suo pensiero ha dato il R. stesso in Die deutsche Philosophie der Gegenwart in Selbstdarstellungen, I (Lipsia 1921; 2ª ed., 1923).
Bibl.: Zeitschrift für Philosophie und philosophische Kritik, CLXV, contenente articoli di A. Kowalewski, J. E. Heyde, F. K. Schumann, S. Hochfeld, Lipsia 1918; J. E. Heyde, Grundwissenschaftliche Philosophie, Lipsia 1925; id., Grundwissenschaftliches Denken (Lipsia 1935). Una bibliografia degli scritti del R. e sul R. a cura di J. E. Heyde dal 1873 fino al 1918 è contenuta nel vol. I della rivista Grundwissenschaft (1919), da integrarsi per gli anni 1919-30 col vol. X della rivista medesima (1931; quivi anche la vita del R.).