Tauler (italianizz. Taulero), Johannes Mistico (Strasburgo 1300 ca
ivi 1361). Entrato nell’ordine dei domenicani a Strasburgo, completò i suoi studi a Colonia, dove assai viva era la tradizione della mistica speculativa di ascendenza platonico- cristiana, all’epoca ravvivata dall’insegnamento di Eckhart di Hochheim, del quale T. fu discepolo. Tornato a Strasburgo, fu poi a Basilea (1339-43 ca.) dove, con Enrico di Nördlingen, fu al centro della comunità dei Gottesfreunde, che presto si diffuse nella zona renana; tornò poi a Colonia, quindi a Strasburgo, svolgendo tra queste due città tutta la sua attività pastorale, soprattutto in conventi femminili. Strasburgo fu l’anima di un gruppo di mistici, tra cui Rulman Merswin, del quale T. fu confessore. La mistica di T., che eredita motivi agostiniani e neoplatonici (soprattutto tramite lo pseudo-Dionigi), è tutta tesa al raggiungimento dell’unione con Dio: la via di questa unione comporta il superamento da parte dell’uomo, sorretto dalla grazia, di ogni condizione empirica e delle stesse facoltà conoscitive per cogliere nel «fondo» della propria anima, in modo assolutamente ineffabile, l’immagine di Dio: qui brilla la luce divina in cui l’uomo, perdendosi, si ritrova rigenerato nel Creatore. Del suo insegnamento resta testimonianza nei suoi sermoni (Die Predigten) e in alcune lettere, mentre la critica è concorde nel rifiutare l’autenticità di opere per secoli a lui attribuite, come Das Buch der geistlichen Armut, le Divinae institutiones (all’Indice nel 1550 come opera di T.) e gli Exercitia super vitam et passionem Christi. Per l’accentuazione intimistica della sua spiritualità, e per l’uso che Lutero fece di alcune tesi di T., egli è stato a volte presentato come un precursore della Riforma, ma la critica moderna ha sottolineato il suo sforzo di evitare le posizioni di tipo panteistico che caratterizzarono il pensiero del suo maestro Eckhart e di tenersi quindi nel solco dell’ortodossia cattolica. Perciò T. può essere ricollegato al più ricco filone della mistica speculativa che va dallo pseudo-Dionigi a Eckhart e che prosegue nei tempi moderni, in Giovanni della Croce, nei mistici del Seicento francese e in Paolo della Croce.