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TAULER, Johannes

di Maryla Falk - Enciclopedia Italiana (1937)
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TAULER, Johannes

Maryla Falk

Mistico tedesco, nato probabilmente a Strasburgo, intorno al 1300, ivi morto il 16 giugno 1361. A 15 anni entrò nel convento dei domenicani di Strasburgo e vi seguì il corso regolamentare degli studî; ordinato a 25 anni, si recò per gli studi superiori a Colonia, dove fu probabilmente scolaro di Eckhart, e più tardi incontrò il coetaneo Suso. Tornò a Strasburgo durante le lotte per l'Interdetto, che non risvegliarono un'eco profonda nel suo animo interamente rivolto verso la vita interiore. Durante il suo soggiorno a Basilea (circa 1339-1347) formò con Heinrich von Nördlingen il centro della comunità dei "Gottesfreunde" che aveva vaste ramificazioni sul Reno: in essa trovò un terreno propizio per lo sviluppo delle sue tendenze spirituali, cui il formalismo della vita monastica negava ogni possibilità di attuazione (nell'unica sua lettera conservataci traspare la sua delusione profonda). Dal 1347 è di nuovo a Strasburgo, dove gli si stringe attorno un circolo di mistici, tra cui Rulman Merswin.

La sua opera sacerdotale si svolge d'ora in poi soprattutto nei conventi femminili, a Strasburgo, in seguito a Colonia, infine di nuovo a Strasburgo.

Le prediche del T. - che sole, tra le tante opere a lui attribuite nel corso dei secoli, risultarono autentiche al vaglio della critica - sono in gran parte determinate, nel loro argomento e nella loro visuale, dal carattere di quest'ambiente a cui si rivolgono, esponente della più alta cultura spirituale dell'epoca, ma esclusivamente orientato verso i problemi della vita mistica. Formalmente queste prediche, che spesso hanno il pacato tono espositivo di trattati dottrinali, si basano sull'interpretazione allegorica dei testi biblici, valutati come simboli di verità psicologiche; sostanzialmente vertono tutte sulla ricerca dell'unione con Dio nell'intuizione identificatrice. La via di quest'unione, che si svolge nell'incessante superamento dei legami della contingenza fino al tramonto di ogni luce di coscienza creaturale, nell'incessante intensificarsi dell'aspirazione fino al risveglio della trascendente Luce divina - è una via che conduce nell'intimo recesso dell'essere umano, dove, per entro all'anima creata all'immagine di Dio, è potenzialmente presente l'"immagine increata", Dio nella sua entità propria, onde è investita l'anima al culmine della sua ascesa. Questa intima rigenerazione - analoga ed equivalente alla generazione del verbo dal Padre - questo trasfigurarsi dell'anima, che può aver luogo ancora durante la vita, è ricostituzione del suo stato dì preesistenza, in cui era identica con Dio. Qui T. va oltre il tomismo; ma mantenendo il dogma dell'anima creata, si salva di qua dall'ultimo esile limite tra ortodossia ed eresia.

Grazie all'alto apprezzamento da parte del giovane Lutero, il T. venne spesso annoverato tra i precursori della Riforma. Ma se l'individualismo della sua religiosità - per cui è pronto a porre fuori dell'autorità della Chiesa i Gottesfreunde il cui rapporto con Dio è diretto - lo avvicina per qualche riguardo all'ideologia luterana, d'altro lato lo separa da essa la sua dottrina dell'anima, la sua concezione della grazia non quale mera azione ab extra basata sull'opera redentrice di Cristo, ma quale attuazione della potenzialità divina della coscienza, infine la sua esaltazione dell'"intimo Verbo" dei mistici al disopra della parola rivelata.

Ediz.: F. Vetter, Die Predigten T.s, Berlino 1910; L. Naumann, Ausgew. Predigten J. T.s, Bonn 1914. - Trad. in ted. mod.: W. Lehmann, J. T., Predigten, voll. 2, 2a ed. 1923; L. Naumann, J. T., Predigten, Lipsia 1923.

Bibl.: Principale fonte autentica delle scarse notizie bibliografiche è l'epistolario tra Heinr. v. Nördlingen e Margarete Ebner, pubbl. da Ph. Strauch, 1882. - Inoltre v.: W. Preger, Gesch. d. deutschen Mystik im Mittelalter, III, Lipsia 1893; G. Siedel, Die Mystik T.s., ivi 1911.

Vedi anche
Ruusbroec, Jan van, beato Ruusbroec ‹rü´üsbruuk› (o Ruisbroeck, o Ruysbroeck, o Rusbroeck), Jan van, beato. - Mistico fiammingo (Ruysbroeck, Bruxelles, 1293 - Groenendael 1381). Compì studî filosofici e teologici, fu ordinato prete nel 1317 e per venticinque anni fu cappellano nella chiesa di Santa Gudula a Bruxelles. Spirito ... Thomas Münzer Münzer (o Müntzer), Thomas. - Riformatore religioso e sociale (Stolberg, Harz, 1490 circa - Mühlhausen 1525). Durante la sua predicazione diffuse i temi rivoluzionari di un escatologismo a sfondo sociale e diede inizio (1523) a riforme liturgiche vicine alle correnti radicali dell'anabattismo. Fu promotore ... estasi Nel significato più generico, stato di isolamento e d’innalzamento mentale dell’individuo assorbito in un’idea unica o in un’emozione particolare; più propriamente, nella mistica, il rapimento dell’anima in diretta comunicazione con il soprannaturale. Come esperienza mistico-religiosa, l’estasi si ritrova ... misticismo Atteggiamento spirituale, e conseguente pratica di vita, che tende all'unione con l'assoluto mediante il superamento dei limiti dell'esperienza sensibile o l'annullamento della personalità individuale. In senso storico-religioso si chiama misticismo un tipo di comportamento religioso teso a un continuo ...
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    Mistico (Strasburgo 1300 ca ivi 1361). Entrato nell’ordine dei domenicani a Strasburgo, completò i suoi studi a Colonia, dove assai viva era la tradizione della mistica speculativa di ascendenza platonico- cristiana, all’epoca ravvivata dall’insegnamento di Eckhart di Hochheim, del quale T. fu discepolo. ...
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