Scrittore tedesco (Tepl o Schüttwa, Boemia, 1350 circa - Praga 1414). Profondamento influenzato dai modelli classici e umanistici italiani, fu autore di Ackermann aus Böhmen (1401), prima testimonianza ad alto livello di prosa poetica tedesca, in cui il tema della morte è affrontato in termini dialettici e scandagliato in tutta la sua drammatica ineluttabilità.
Non sono tutte certe le notizie concernenti la vita. Frequentò l'università di Praga; addottoratosi in giurisprudenza, a partire dal 1378 fu a lungo notarius civitatis a Tepl e in pari tempo, dal 1383, rector scholarum a Saaz. Nel 1411 si trasferì a Praga per assumervi l'incarico di protonotaro.
Di lui restano alcuni versi in tedesco, quattro formularî in latino, un Liber contractuum (datato 1411), tutte cose distanti da una certa dignità poetica; ma accanto a esse è rimasto il già citato Ackermann aus Böhmen, scritto per la morte della prima moglie, Margaretha, avvenuta il 1º agosto del 1400. Sotto l'evidente influsso di modelli classici e, ancor più, di modelli umanistici italiani, l'autore ravviva la tradizione retorico-curiale del contrasto dialettico, ponendo come interlocutori sé stesso, nelle vesti di un contadino, e la morte, a discutere sul tema di quest'ultima vista nei suoi riflessi esistenziali, metafisici e religiosi. Ne scaturisce un testo di rara maestria compositiva, in cui più che due mentalità, medievale e trascendente l'una, umanistica e venata di immanentismo l'altra, si affrontano due stati d'animo, l'uno di violenta esasperazione, l'altro di composta riflessione di fronte al fatto indifferibile della morte.