Ashbery, John
Ashbery, John.– Poeta statunitense (n. Rochester, New York 1927). Cresciuto nella fattoria dei genitori, negli anni del collegio legge Auden e Dylan Thomas. Si diploma ad Harvard e all’inizio degli anni Cinquanta si trasferisce a New York. Giovanissimo, pubblica versi su rivista ed esordisce in volume con Some trees (1956), che ha un buon successo di critica. Da allora in avanti, l’ampiezza della sua sperimentazione, la mutevolezza dei registri e la surrealistica capacità di cogliere il vasto flusso dei fenomeni daranno vita a più di venti libri poetici, non di rado assai differenti l’uno dall’altro, che creeranno sconcerto in più di un lettore autorevole. Nel 1975, con Self-Portrait on a convex mirror (trad. it. 1983), si aggiudica i tre maggiori premi letterari americani, mentre col successivo Houseboat Days (1977) tocca uno dei vertici della sue possibilità di poeta. Critico d’arte, segue nel frattempo l’evolversi dell’espressionismo astratto e della pop art. La sua attività letteraria inesausta e proteiforme attinge la forma del poema in prosa, del saggio critico e del romanzo, attraversando le diverse generazioni di lettori e approdando negli ultimi vent’anni a un’ulteriore intensificazione della propria ricerca, con le raccolte poetiche Your Name Here (2000), Chinese whispers (2002), Where shall I wander (2005), A Worldly country (2007) e il sintomatico Planisphere (2009). L’ampio volume Un mondo che non può essere migliore. Poesie scelte 1956-2007 (2008) restituisce al lettore italiano l’immagine complessa, affascinante e ancora controversa propria di uno dei maggiori poeti americani viventi.