Barry, John (propr. Prendergast, Jonathan Barry)
Compositore inglese, nato a York il 3 novembre 1933. La sua notorietà è legata soprattutto alle musiche di molti film della serie dell'agente 007, orientate a un rock fortemente influenzato dal jazz, ma il suo percorso musicale, caratterizzato da un'attenta ricerca timbrica, ha di gran lunga oltrepassato i confini di questo genere cinematografico. Durante la sua lunga carriera ha ricevuto numerosi premi, tra cui cinque Oscar: nel 1967 per la colonna sonora e la migliore canzone di Born free (1966; Nata libera) di James Hill, quindi per le musiche di The lion in winter (1968; Il leone d'inverno) di Anthony Harvey nel 1969, di Out of Africa (1985; La mia Africa) di Sidney Pollack nel 1986 e di Dances with wolves (1990; Balla coi lupi) di Kevin Costner nel 1991.
Il suo destino di compositore per il cinema sembra segnato fin dalla nascita: la madre era pianista e il padre proprietario di diverse sale cinematografiche, dove B. da giovane lavorò come proiezionista. Si avvicinò alla musica classica studiando il pianoforte, e, dopo aver scoperto il jazz, si dedicò anche alla tromba, per poi frequentare un corso di composizione e orchestrazione per corrispondenza mentre svolgeva il servizio militare. Nel 1957 fondò il gruppo John Barry and the Seven, con cui partecipò alla prima stagione del rock inglese, conquistando una discreta popolarità con qualche apparizione televisiva, l'incisione di alcuni singoli e un album con la EMI (The big beat). B. iniziò a lavorare come arrangiatore della casa discografica (attività che avrebbe continuato dal 1963 con l'etichetta indipendente Ember, dal 1965 con la CBS e in seguito con la Polydor Records), proseguendo quindi come direttore musicale della serie televisiva Drum beat (1959). Le porte del cinema gli si aprirono con Beat girl (1960) di Edmond T. Gréville, ma il successo internazionale arrivò due anni più tardi, quando il regista Terence Young lo invitò a scrivere le musiche di Dr. No (Agente 007 ‒ Licenza di uccidere). Benché l'insieme della colonna sonora sia stata firmata da B., il celebre tema di James Bond, caratterizzato dalla scaletta di semitoni ascendente e discendente eseguita da una chitarra elettrica, è di Monty Norman (che in un primo tempo aveva lavorato alle musiche del film), pur se persistono versioni discordanti su questa paternità. Da quel momento, comunque, il nome di B. sarebbe rimasto legato alla serie di 007. Tra le colonne sonore degli episodi degli anni Sessanta vanno ricordate quelle di From Russia with love (1963; Agente 007 ‒ Dalla Russia con amore) e Thunderball (1965; Agente 007, Thunderball ‒ Operazione tuono) di Young, assieme a quelle di Goldfinger (1964; Agente 007 ‒ Missione Goldfinger) di Guy Hamilton. Negli anni Settanta la collaborazione di B. alla serie proseguì con Diamonds are forever (1971; Agente 007 ‒ Una cascata di diamanti) e The man with the golden gun (1974; Agente 007 ‒ L'uomo dalla pistola d'oro) entrambi ancora di Hamilton, e con Moonraker (1979; Agente 007, Moonraker ‒ Operazione spazio) diretto da Lewis Gilbert, per concludersi quindi, alla metà degli anni Ottanta, con A view to kill (1985; Agente 007 ‒ Bersaglio mobile) di John Glen (a causa di alcuni screzi sorti con il coproduttore, B. non lavorò invece a Live and let die, 1973, Agente 007 ‒ Vivi e lascia morire, di Hamilton).
A lungo considerato un musicista adatto ai film d'azione (da ricordare la popolarissima sigla della serie televisiva The persuaders, 1971, Attenti a quei due), già dalla metà degli anni Sessanta B. si era dedicato anche a commenti musicali di altro genere. In particolare, nelle musiche per Born free affiorò una certa vena sentimentale che avrebbe alimentato diverse produzioni successive. Sempre agli anni Sessanta risalgono altre due colonne sonore di rilievo: quella di The lion in winter (che vinse anche il British Academy Award), ispirata a musica medievale, e quella composta per Midnight cowboy (1969; Un uomo da marciapiede) di John Schlesinger, segnata dal celebre assolo di armonica a bocca, che valse a B. il premio Grammy. Il filone delle colonne sonore romantiche sarebbe proseguito con grande successo nei due decenni successivi, con Robin and Marian (1976; Robin e Marian) di Richard Lester, Somewhere in time (1980; Ovunque nel tempo) di Jeannot Szwarc, Frances (1982) di Graeme Clifford e Out of Africa. Ma B. compose anche le musiche di Mary, Queen of Scots (1971; Maria Stuarda regina di Scozia) di Charles Jarrott, The day of the locust (1975; Il giorno della locusta) ancora di Schlesinger, King Kong (1976) di John Guillermin. Né vanno dimenticati alcuni lavori degli anni Ottanta tra cui le musiche per Body heat (1981; Brivido caldo) di Lawrence Kasdan, Hammett (1982; Hammett ‒ Indagine a Chinatown) di Wim Wenders, The Cotton club (1984; Cotton club) di Francis Ford Coppola, premiate con il Grammy, che ben si integrano con i brani originali di Duke Ellington.
Nel 1988, a causa di problemi di salute, la sua attività si è fermata per due anni: si è quindi rimesso al lavoro con la vasta partitura sinfonica che ha costituito la colonna sonora di Dances with wolves. Negli anni Novanta B. ha rallentato notevolmente la sua produzione, firmando comunque le musiche di Chaplin (1992; Charlot) di Richard Attenborough, Indecent proposal (1993; Proposta indecente) di Adrian Lyne, My life (1993; My life ‒ Questa mia vita) di Bruce Joel Rubin, The scarlet letter (1995; La lettera scarlatta) di Roland Joffé e Across the sea of time (1995) di Stephen Low, un film IMAX in tre dimensioni.I suoi brani sono stati spesso interpretati da grandi nomi della musica: Louis Armstrong, poco prima di morire, incise il famoso We have all the time in the world, per On Her Majesty's secret service (1969; Agente 007 ‒ Al servizio segreto di Sua Maestà) di Peter Hunt; Shirley Bassey ha cantato in Goldfinger e in Diamonds are forever; in A view to a kill si possono ascoltare i Duran Duran. Nel 1998 ha inciso, per la prima volta dopo venticinque anni, un album di musica non cinematografica, The beyondness of things.
G. Leonard, P. Walker, G. Bramley, John Barry: a life in music, Bristol 1998.