POLANYI, John Charles
Chimico-fisico canadese, nato a Berlino il 23 gennaio 1929. Ha ottenuto il B. Sc. (1949), il M. Sc. (1950) e il Ph. D. (1952) all'università di Manchester; dal 1952 al 1954 è stato ricercatore presso il Consiglio nazionale delle ricerche di Ottawa, dal 1954 al 1956 è stato assistente all'università di Princeton e dal 1957 insegna all'università di Toronto, prima come professore associato e dal 1962 come professore ordinario di Chimica. È autore di oltre 150 memorie pubblicate nelle principali riviste scientifiche. Per la sua vasta attività di ricerca ha ricevuto diversi riconoscimenti. È membro della National Academy of Sciences, della Royal Society canadese, dell'American Academy of Arts and Sciences, della Royal Society di chimica, della Royal Society di Edimburgo, dell'Accademia Pontificia, e ha ricevuto numerosi premi: medaglia Marlow della Faraday Society (1962), premio Steacie delle Scienze Naturali (1965), Medaglia del centenario della Chemical Society (1965), premio Noranda dell'Istituto di Chimica del Canadà (1967), premio Mack dell'università dell'Ohio (1969), premio della British Chemical Society (1971), premio Wolf (1982, condiviso con G.C. Pimentel). Nel 1986 gli è stato conferito, assieme a D.R. Herschbach e Y.T. Lee, il premio Nobel per la chimica, per le sue ricerche di dinamica chimica.
Per individuare e studiare gli stati di transizione di una reazione chimica, cioè i composti intermedi, labili, e i loro stati energetici, P. si è avvalso di un particolare spettrometro infrarosso capace di misurare radiazioni anche deboli. Studiando la reazione esotermica fra atomi d'idrogeno e molecole di cloro (H+Cl2 → HCl+Cl), ritenendo che le molecole di acido cloridrico che si formano debbano possedere un'elevata energia vibrazionale (e anche, in minore misura, rotazionale) ed evitandone la deattivazione per urto (per es. operando a pressione ridotta), P. credette possibile seguire e misurare l'energia che esse emettono sotto forma di cascata di fotoni infrarossi, o chemiluminescenza infrarossa. Con le raffinate tecniche di spettroscopia infrarossa messe a punto da P. è stato possibile osservare direttamente e caratterizzare spettroscopicamente gli stati di transizione di una reazione chimica. Il padre di P., Michel, negli anni Trenta si rese noto per i contributi apportati alla teoria della velocità di reazione basata sugli stati intermedi (v. cinetica chimica, App. II, i, p. 614; reazioni chimiche, App. IV, iii, p. 165).
Le ricerche di P., indicando che la luce può essere amplificata attraversando un mezzo contenente atomi o molecole in forte eccitazione non termica (indicata come ''inversione di popolazione''), hanno aperto la strada alla realizzazione di laser chimici, largamente sviluppata da G.C. Pimentel che se ne è avvalso per le sue ricerche di dinamica chimica. La realizzazione di questi laser chimici ha interessato anche gli enti militari. Sviluppando la sua tecnica di chemiluminescenza infrarossa, P. ha potuto raccogliere una vasta mole di dati sulla distribuzione degli stati energetici delle molecole prodotte in varie reazioni e, stabilendone la dipendenza dagli stati delle molecole reagenti, ha potuto trarre ''regole'' per prevedere la migliore via da seguire per realizzare reazioni attraverso la conoscenza delle caratteristiche degli stati di transizione. Queste ricerche hanno consentito anche una maggiore conoscenza dello stato energetico delle superfici dei metalli in relazione alle loro caratteristiche di catalizzatori.