CHEYNE, John
Medico, nato a Leith nel 1777, laureato nel 1795 a Edimburgo. Esercitò la professione in Scozia e in Irlanda e studiò specialmente le malattie dei bambini e le malattie acute infettive. Nel 1801-2 pubblicò: Essays on the Diseases of Children: On Cynanche Trachealis, or Croup e On the Bowel Complaints more immediately connected with the Biliary Secretion; nel 1808 On Hydrocephalus Acutus or Dropsy in the Brain; nel 1809 The pathology of the Membrane of the Larynx and Bronchia; nel 1812 Cases of Apoplexy and Lethargy with Observations upon the Comatose Diseases; nel 1821 An account of the Rise, Progress and Decline of the Fever lately Epidemicae in Ireland. Nel 1811 divenne professore di medicina militare a Dublino, nel 1820 generale medico dell'esercito d'Irlanda. Morì nel 1836 a Sherington.
Respiro di Cheyne-Stokes. - Col nome dello scozzese John Cheyne e dell'irlandese William Stokes (1804-1878) si chiama un tipo di respiro periodico caratterizzato dall'alternarsi di una fase d'apnea piú o meno lunga, che può andare da dieci a quaranta secondi, con una fase d'attività respiratoria regolarmente crescente e decrescente. Durante la pausa respiratoria la coscienza è regolarmente attutita, qualche volta scompare del tutto, le pupille sono miotiche e rigide; durante il periodo d'attività respiratoria la coscienza si fa più lucida, le pupille si dilatano, il malato emette spesso qualche lamento. In casi di coma completo l'incoscienza è permanente, al contrario, nei casi più lievi, la coscienza è perfetta durante tutte e due le fasi, tanto che il fenomeno può qualche volta sfuggire a un'osservazione superficiale. Secondo il Traube, il fenomeno è determinato da una diminuita eccitabilità del centro respiratorio che ha bisogno per essere attivato d'una maggiore quantità d'acido carbonico che s'accumula appunto durame il periodo di apnea. Il fenomeno di Cheyne-Stokes ha significato prognostico grave, ma non sempre infausto; esso infatti può regredire completamente in casi d'intossicazione da morfina, da cloralio, da ossido di carbonio e in quelli di scompenso cardiaco; gravissimo è il suo significato prognostico nelle malattie cerebrali (emorragie, tumori all'ultimo stadio) e nel coma uremico.