BEAZLEY, John Davidson (v. vol. II, p. 33)
Archeologo britannico, morto a Oxford il 6 maggio 1970. Profondo conoscitore della ceramografia attica, revisionò costantemente, fino alla morte, le sue principali opere. I Paralipomena alle sue liste furono pubblicati postumi nel 1971 (Oxford University Press). Il suo archivio di fotografie e note era stato acquisito dall'Università di Oxford e collocato nell'Ashmolean Museum Cast Gallery. L'Archivio costituisce un centro di ricerca per la prosecuzione del lavoro sulle sue liste, e sono state già pubblicate delle appendici bibliografiche (Beazley Addenda ed. 1, di L. Burn e R. Glynn, 1982; ed. 2, di T. H. Carpenter, 1988; Oxford University Press, per la British Academy), mentre è in via di completamento una banca dati computerizzata per registrare le informazioni sia sui vasi attribuiti che su quelli non attribuiti. Anche i disegni particolareggiati su cui si basava gran parte del suo lavoro sono conservati nell'archivio; quelli delle opere del Pittore di Berlino sono stati pubblicati da D. C. Kurtz in The Berlin Painter (Oxford University Press 1983). La sua collezione di antichità era stata donata all'Ashmolean Museum nel 1966 (Select Exhibition of Sir John and Lady Beazley's Gift 1912-1966, Oxford University Press 1967).
Il contributo di Β. allo studio dei vasi è stato oggetto di discussione a partire dal momento della sua morte, in particolare nell'articolo di M. Robertson, Beazley and after, in MüJb, XXVII, 1976, pp. 29-46, e in alcune conferenze lette a Oxford nel centenario della sua nascita e pubblicate in Beazley and Oxford (ed. D. C. Kurtz, 1985, Oxford University Committee for Archaeology Publications n. 10), relative alla sua opera sui vasi attici (M. Robertson), sui vasi dell'Italia meridionale (A. D. Trendall) e sul suo ruolo di insegnante (D. Bothmer); nel volume è ristampato anche il lungo necrologio di B. Ashmole dai Proceedings of the British Academy 56 (1979), pp. 443- 461. Un'ulteriore valutazione della sua metodologia di conoscitore è stata proposta da D. C. Kurtz in Greek Vases in the J. Paul Getty Museum, II, 1985, pp. 237-250.
Nel corso di tutta la sua carriera, B. andò continuamente aggiornando e rivedendo le sue attribuzioni. Dopo la sua morte, i tentativi di mettere in dubbio il suo metodo non si sono dimostrati persuasivi (vedi Robertson in Beazley in Oxford, e in Papers on the Amasis Painter and his World, Malibu 1987, pp. 13-28) o sono stati motivati solo da una conoscenza superficiale del metodo e dell'argomento. Il valore della sua assidua applicazione a un tema di tale vastità consiste da un lato nel fatto che la produzione dell'antichità classica conservatasi con maggiore dovizia può essere ora studiata nelle sue scuole e nei diversi artisti, dall'altro nel fatto che essa ora rappresenta un punto di partenza per molti altri studi di archeologia classica - iconografia, commercio, studi sociali; vedi p.es. T. B. L. Webster, Potter and Patron in Classical Athens, Londra 1972 - che si basano in gran parte sugli indici alle liste di Beazley.