DICKINSON, John
Uomo politico americano, nato da una famiglia quacchera nella contea di Talbot (Maryland) l'8 novembre 1732, morto a Wilmington il 14 febbraio 1808. Fu uno dei maggiori teorizzatori dei diritti delle colonie di fronte al governo britannico, e l'autore di alcuni dei più importanti documenti della rivoluzione, tra i quali la dichiarazione di diritti approvata al Congresso dello Stamp Act, le due petizioni del Congresso continentale al re e gli articoli della Confederazione. Aveva studiato diritto a Londra, e nel 1757 si era stabilito a Philadelphia a esercitarvi la professione d'avvocato. Prese, nelle controversie con l'Inghilterra che agitavano allora le colonie, un atteggiamento moderato e conciliante, e in una serie di articoli, pubblicati nel 1767 e nel 1768, (Letters from a Pennsylvania Farmer), sostenne da una parte i diritti della sovranità inglese e i principî della politica mercantile, dall'altra, e vigorosamente, i diritti dei coloni contro le tassazioni della madre patria. Egli riteneva che il diritto alla tassazione interna spettava alle colonie e che il Parlamento d'Inghilterra non aveva la facoltà costituzionale di esercitarlo; ma repugnava dall'idea di una democrazia repubblicana. Il suo ideale teorico era un regime liberale di rapporti tra l'Inghilterra e le colonie. Delegato della Pennsylvania al Congresso continentale (1774-1776), si pronunciò quindi contro la secessione coloniale e la dichiarazione dell'indipendenza. La sua popolarità ne soffrì ed egli si ritirò per qualche tempo dalla politica militante. Ma, tornato al Congresso nel 1779 come delegato del Delaware, prese di nuovo attivamente parte ai lavori, come più tardi alle discussioni sulla costituzione, nelle quali sostenne i diritti degli stati minori e il compromesso, che fu infatti adottato, nella costituzione del 1787 per una rappresentanza uguale di tutti gli stati nel Senato e una proporzionale nella Camera. I suoi scritti sono stati raccolti da P. C. Ford e pubblicati nelle Memoirs of the Historical Society of Pennsylvania, XIII e XIV (Philadelphia 1891-95), che contengono anche la sua biografia, scritta da C. J. Stillé.